Fosse una questione di sesso, o uno di quei siti dove si sfogliano escort come sul menu del ristorante, avrebbero ragione loro. Ma non è così.
LinkedIn: arrivano i filtri come Instagram. Evviva. Che bello. Ma anche no.
Mi diverte vedere come media e giornali anche di una certa rilevanza diffondano certe notizie. Se non sbaglio ha iniziato Ansa, poi gli altri, e tutti hanno salutato una novità grandiosa e rivoluzionaria: da oggi, anche in Italia, gli utenti LinkedIn potranno colorare e scolorire la propria foto profilo. Come su Instagram, arrivano i filtri.
La grandiosità dell’evento sembra essere data da una statistica vera ma fuori contesto, numeri che sembra sia sempre il caso di copiare ed incollare per impressionare: “gli utenti con una foto profilo sono visualizzati fino a 21 volte in più rispetto agli altri e ricevono anche un numero di messaggi 36 volte superiore alla media e un numero di richieste di connessione 9 volte superiore alla media.”
L’abito fa il monaco ma non è solo questione di come ti vesti
Nell’era in cui viviamo l’immagine è tutto, c’è poco da discutere ed usare giri di parole. Tuttavia l’immagine è un termine complesso e non si riferisce solo a quanto si vede a livello superficiale.
E’ l’insieme delle impressioni immediate e di quelle ricevute nel tempo, di cosa dici ma soprattutto di cosa dice la gente di te. Del modo in cui ti poni, parli e ti vendi ma anche molto da come ti vedono e ti comprano.Dopotutto un porco in armatura o con il rossetto rimane sempre un gioioso porco. Gli effetti speciali nell’era del web servono ma servono a poco.
La questione insomma è sempre la stessa: il web come i pensieri è veloce e lento.
Veloce perché è vero che nel caos e nel bombardamento di contenuti e immagini bisogna rubare l’occhio per avere una possibilità.
Lento perché anche i più impulsivi per acquistare ci vanno con i piedi di piombo. Anche quando non sembra, anche quando sembra che tutto sia irrazionale ci sono fattori precisi: chi sei, cosa hai fatto, da dove vieni. Gli altri si fidano di te o per gli altri sembri interessante? Ok va bene anche per me.Come emergere in un mondo rumoroso come quello di LinkedIn (e perché i filtri servono a poco)
La maggior parte dei consigli che si trovano a proposito di LinkedIn riguardano l’ottimizzazione del profilo; in parte è giusto ed in parte è sbagliato.
Su ciò che è giusto, bisogna ricordare che con il termine “Profilo” non si intende solo la foto ma l’impressione generale che fornisci: foto, headline, summary, esperienze pregresse, contatti istituzionali (e dunque anche ciò che non è su LinkedIn), raccomandazioni, interessi, ecc.
D’altro canto non basta neanche un profilo eccezionale per emergere.
La storia sarà monotona ma gira ancora così: non conta ciò che dici di te ma ciò che gli altri pensano e credono di te.
Per questo motivo per emergere oggi, nel web, nei social, su LinkedIn c’è bisogno di 3 fattori precisi. (come scriveva tempo fa Dorie Clark su hbr.org)# Prova sociale
Le persone vogliono risparmiare tempo e fatica, sono programmate per la conservazione dell’energia mentale. Alla domanda “questo tizio è credibile?” lasciano rispondere gli altri e si affidano al giudizio di altre persone e di persone più o meno vicine.
Per influenzare il tuo interlocutore, anche su LinkedIn, bisogna sperare di aver bene influenzato le persone che lo circondano.# I contenuti, le tue idee
Qui non parliamo di diventare “altoparlanti sociali” ma la condivisione di idee, spunti ed opinioni è troppo importante per farsi conoscere e riconoscere. Anche su LinkedIn la maggior parte degli approcci seguono la strada dell’empatia. Dire qualcosa di interessante e che colpisce uno o più utenti è il modo migliore per ottenere attenzione e credibilità.
Tecnicamente, sulla piattaforma, basta vedere come la maggior parte delle visite al tuo profilo arrivi dalla home page, quando dici qualcosa. E più si è attivi e propositivi più le persone vengono a vedere chi sei (o dici di essere).# La rete
Chiaramente il gioco funziona se ci sono persone pronte a discutere di te e con te, dalle quali ispirarsi e con le quali confrontarsi. Chi scegli di avere accanto e chi scegli di non avere accanto determina il risultato. Da solo però è chiaro che non si vada da nessuna parte.Vogliamo ancora parlare di filtri?
Spotlight, Prime, Studio, Classic, Edge e Guru; questi i filtri introdotti e con i quali sarà possibile sbizzarrirsi e presentarsi al mondo.
Il filtro invece più utilizzato da sempre? Anche su LinkedIn? Gli occhi degli altri.
Ognuno scelga a cosa dare importanza.
17 Marzo 2017