Faust e il GovernatorePersonale Atm sciopera contro il bando di gara previsto dalla UE: una cosa senza senso

Il prossimo 5 aprile i lavoratori Atm sciopereranno perchè non sono d’accordo sulle regole europee che prevedono una gara pubblica di assegnazione del contratto di servizio dei trasporto pubblico l...

Il prossimo 5 aprile i lavoratori Atm sciopereranno perchè non sono d’accordo sulle regole europee che prevedono una gara pubblica di assegnazione del contratto di servizio dei trasporto pubblico locale (TPL). Peraltro in passato avevamo sostenuto il giorno dello sciopero sarebbe utile avere un conto economico giornaliero con ricavi (in calo per i biglietti e per i minori trasferimenti dal Comune per i minori viaggi effettuati, ma gli abbonamenti pro-quota ci sono) e costi (defalcati per il minor costo del lavoro). Chiedere è lecito e rispondere è cortesia, ma Atm, siccome il Comune di Milano sta zitto, non risponde al cittadino, ma solo a se stessa.

Il contratto di servizio in essere tra Comune di Milano e Atm – controllata al 100% dal Comune – scadrà il 1° maggio 2017, ma certamente verrà prorogato di un anno. Ben diceva Arturo Carlo Jemolo: “L’Italia è una repubblica fondata sul riposo, con i loro figlio Santa Proroga e Santo Slittamento”.
Addirittura il sindaco di Milano Beppe Sala – pessima uscita – ha dichiarato che non è detto che il bando si debba fare, potrebbe bastare un “affidamento in-house”, ossia niente gara, Atm si prende tutto.

E’ veramente assurdo che i sindacati e il sindaco Sala si oppongano alla gara. Certo fanno il loro interesse, razionalmente. Usano lo sciopero per favorire la loro rendita, un posto fisso senza concorrenza, per i lavoratori, il consenso politico per Sala. Il migliore dei mondi possibili.

Francesco Giavazzi e Giorgio Barbieri nel loro ultimo “I signori del tempo perso” (Longanesi, 2017) scrivono: “Liberalizzare (nel nostro caso possiamo scrivere ‘affidare una concessione di un servizio in base ad una gara pubblica’) significa toccare interessi, categorie, posizioni acquisite. Il problema è che la politica vive di consenso e un politico difficilmente si gioca il consenso di oggi in cambio di quello che potrebbe ottenere domani. Perché la perdita di consenso nell’immediato è certa, mentre i benefici futuri devono attendere. Ci vuole del tempo perché la maggioranza dei cittadini capisca i benefici di cui godrà grazie alla riduzione delle rendite”.

Sentiamo la viva voce di Luca Stanzione, segretario generale Filt-Cgil di Milano: “Abbiamo elementi oggettivi per essere molto preoccupati. Chiediamo l’unicità dei servizi della mobilità a Milano a garanzia della qualità del lavoro e del trasporto pubblico. L’unico modo senzo noi è lanciare una gara con un lotto unico che includa il trasporto pubblico locale e i servizi accessori”. Oh, che bello il lotto unico! In tal modo si presenta solo Atm e vince. A mani basse perchè i competitor internazionali si presentano solo in presenza dello spezzettamento dei lotti, come prescrive l’Unione Europea.

Marco Ponti, già professore di Economia applicata al Politecnico di Milano, uno dei maggiori esperti di trasporti in Italia, scrive su Arcipelago Milano:

“Perché occorrerebbe una gara, quando ATM è continuamente descritta come un mostro di efficienza? Viviamo già nel migliore dei mondi possibili, e il dettaglio che ATM costi ai contribuenti un milione al giorno è trascurabile, il comune di Milano è ricco sfondato (…) Ma forse qualche rischio c’è, meglio stare sul sicuro ancora di più, ci sono certi barbari stranieri che per farci dispetto forse sarebbero disposti persino a chiedere al Comune, cioè ai contribuenti, meno soldi per fare il servizio. Ci possono certo essere ostacoli normativi di origine europea che costringono a fare queste fastidiose gare, ma cosa possono questi burocrati di fronte alla ferma e concorde volontà politica degli enti locali di tenersi ben strette fonti di “voto di scambio” con sindacati e fornitori, e posti ben retribuiti nei CdA a fine carriera?”

Dal momento della nascita, l’attività dell’autorità Antitrust italiana, come scrive Michele Polo sulla voce.info, “si è sviluppata con accelerazioni e momenti di difficoltà, in un sistema economico che tuttavia, soprattutto nei grandi comparti dei servizi, dimostrava tutta la sua estraneità alla logica della concorrenza, facendo dire a uno dei primi presidenti dell’Agcm di una faticosa azione “di profeti in terra di infedeli”.

Prosegue Polo – ordinario di economia politica in Bocconi: “Assieme a questo passaggio importante, durante l’ultimo decennio dello scorso secolo, l’Unione europea ha promosso la liberalizzazione di alcuni grandi settori di pubblica utilità. La logica sottostante era basata sulla scomposizione verticale dei diversi segmenti, tra quelli che per loro natura erano monopoli naturali, tipicamente le grandi infrastrutture di trasporto dei servizi”.

In Italia la concorrenza ci piace solo quando sono gli altri a doverla applicare. Ma se la concorrenza non c’è il monopolista può far pagare il servizio al cittadino, che non ha armi per difendersi. E spesso il costo del servizio è alto.

Perchè scioperate il 5 aprile, chiede Ilaria Carra di Repubblica al sindacalista Stanzione. Risposta: “Perchè nell’immediato venga prorogato il contratto di servizio di Atm”. Bene, il sindacato si oppone alle norme europee. Buono a sapersi.

Ha ragione Michele Polo, la concorrenza porta vantaggi ai consumatori, che devono farsi sentire e dire ai sindacati che vivono nel mondo di utopia: “Le critiche alla globalizzazione, la mancata difesa delle fasce sociali che hanno sofferto nei grandi processi di redistribuzione delle produzioni e della ricchezza, non può far dimenticare come queste stesse categorie sociali sono state tra quelle che maggiormente hanno beneficiato, come consumatori a basso reddito, dei progressi del commercio internazionale e della concorrenza”.

Se il biglietto del tram costasse in trasparenza – come a Londra – 3 euro a corsa (invece che 1 euro e mezzo pagati dal cittadino direttamente e 1 euro e mezzo indirettamente attraverso la fiscalità generale che sussidia il servizio tramite trasferimenti dal centro alle municipalizzate, con passaggi in Regioni e Comuni per rendere il tutto ancora più opaco), il cittadino sarebbe molto interessato ad avere un competitor che offre ai cittadini lo stesso servizio, per dire, a 2 euro. Fino a che il biglietto costerà poco e sotto il prezzo industriale, sarà buon gioco dei concessionari proclamare scioperi, invocare fantasie inesistenti, blaterare contro le gare pubbliche (che magari li costringerebbero a una maggiore produttività), che grazie all’Unione Europea (non abbiamo festeggiato a Roma i 60 anni? Passata la festa, gabbato lo santo?) ci costringono a cose che fanno il bene dei consumatori.

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