Le voci, non ufficiali, dicono che Google stia lavorando ad Hire, un progetto dedicato alla selezione ed assunzione nel mondo del lavoro. Ad oggi abbiamo appena una schermata visibile a tutti, del resto si sa ancora troppo poco.
Quanto basta però per lanciarsi in ipotesi ed ipotetiche sfide a questo o a quel servizio esistente, soprattutto per vederci dietro una sfida dichiarata a LinkedIn, il social del lavoro per eccellenza.
Ma è davvero così?
Troppo poche le notizie a disposizione e sino ad oggi nessun esponente ufficiale di Big G si è pronunciato a riguardo. Due punti però dovrebbero far capire che LinkedIn non può sentirsi in pericolo.
1) Al momento alcune aziende americane stanno testando il servizio ed è facile intuire che sarà solo un sistema per veicolare domanda e offerta in modo più intuitivo. Una splendida evoluzione e semplificazione di farraginosi sistemi come Monster e simili, poco di più. (vedi immagine sotto)
2) LinkedIn non può sentirsi in pericolo perché non è solo l’incontro tra domanda e offerta ma molto di più e di diverso.
Qualche azienda statunitense sta testando il servizio, sopra una delle pagine di un annuncio.
Google sfida LinkedIn che sfidava Google ed adesso sfida Facebook che vuole sfidare il mondo
Sino ad oggi i rapporti tra Google e LinkedIn appaiono ottimi, lo dimostra l’alto gradimento per i risultati di Linkedin ai quali Google dà credito ed ottima visibilità. Moltissimi dei servizi di Google invitano gli utenti a condividere i propri risultati su Linkedin e questo al di là del desiderio di visibilità sta a sancire l’importante ruolo che attribuisce alla piattaforma.
Gli equilibri potranno cambiare non appena Microsoft prenderà reale controllo di LinkedIn (acquistato a Giugno per oltre 26 miliardi di dollari) ed in particolare riguardo l’integrazione dei servizi Microsoft in sostituzione di quelli di G Suite. Ad oggi oltre 10000 dipendenti si aspettano da un momento all’altro che accada.
Equilibri che non sono cambiati neanche nella prima fase quando i più attenti osservatori hanno fatto notare come LinkedIn sia diventato un silenzioso ed efficace motore di ricerca. Di sicuro nei piani di LinkedIn la sfida non sembra tanto orientata in questa direzione, quanto in un’altra, molto più simile all’idea di Facebook alla conquista del mondo.
Mark Zuckerberg negli anni ha fagocitato tecnologia e social tra i più interessanti e solo con un obiettivo: ottenere più persone e più tempo delle persone.
Una frase emblematica di qualche anno fa del ceo di Ciaopeople racconta la situazione: Le persone non sono su Facebook, le persone ci vivono.
Partendo da questo si può capire meglio cosa è e cosa vuole fare LinkedIn: far vivere i professionisti e chiunque ha interesse nel mondo del business sulla propria piattaforma. Publishing, la chat in tempo reale, le stories, vanno proprio in questa direzione.
Bisogna smetterla di continuare a dire che LinkedIn è per chi cerca lavoro, o che sia possibile farlo. E’ qualcosa di più e di diverso.
La sfida più interessante? La nostra
Sin qui ho parlato di notizie poco ufficiali, di indiscrezioni ed intuizioni degli addetti ai lavori e di una sfida fatta quasi sempre da tanti zeri ma in gioco c’è di più.
Il punto è capire che le persone guardano ad oggi e cercano di capire come andare avanti, come iniziare un percorso di lavoro o come ricominciare dopo una batosta.
Per chi vive davvero LinkedIn è una scena più che familiare:
– neo laureati che non riescono a trovare lavoro e si chiedono perché
– candidati che non ricevono una risposta e si chiedono perché
– Persone che non cercano più lavoro, ne hanno inventato uno e si chiedono adesso come fare
Per queste persone, la maggioranza, non serve l’ennesima pagina con annunci ai quali non potranno candidarsi per non averne i requisiti (età in primis) ma riuscire a parlare con le persone.
Qui torna il significato di LinkedIn che non è lavoro/trovare lavoro/trovare clienti ma semplicemente networking.
Ed il networking non è arrivare quando hai bisogno e chiedere qualcosa (che non ti daranno) ma preparare il terreno, curare le relazioni ed avvicinarsi naturalmente alle opportunità.
Per fare questo non bisogna giocare a calcetto (se piace si, perché no?) ma ricordarsi a cosa serva tutta la tecnologia che abbiamo intorno.
A collegarci, connetterci, parlarci. Non certo alienarci in attesa che una campanella (o un alert) ci dica che tocca a noi giocare. Questa non è una notizia rivoluzionaria ma è quanto di più potente abbiamo tra le mani.
Secondo una ricerca della Western University le persone rispondono in modo positivo ad una richiesta quando è fatta di persona anziché tramite mail ed altre soluzioni di messaggistica. Parlare con le persone, di persona, si evince, non solo è meglio ma 34 volte meglio.
Chiedere di persona a 6 persone è efficace quanto inviare duecento mail. (lo dice la scienza)
Per chi dunque sta cercando un lavoro o sta cercando clienti o sta semplicemente cercando di fare qualcosa di diverso e più grande, il rischio è quello di guardare con ammirazione e speranza ogni nuovo servizio e novità del mondo on line, sprecando l’arma più potente a nostra disposizione: parlare con le persone.
Ieri, Oggi e probabilmente anche domani è questa la vera sfida. Anche nel web, sui social e su LinkedIn.