Sarà che sto invecchiando, sarà che mi sono scocciato di sentire sempre le stesse cose, fatto sta che ieri sera non ho visto Napoli-Juventus. Perché francamente una settimana fatta di intere analisi che dallo sportivo finiscono nel sociologico sul ritorno di Higuain a Napoli è una di quelle cose che rischiano di toglierti la voglia. Un po’ come se stai per andare a letto con una bellissima donna e spunta dal nulla un sessuologo che, affiancato da un preparatore atletico, ti spiega persino a che angolatura devi tenere le ginocchia e per quanto tempo. Anche basta, dai. Viviamo ormai in un’epoca nella quale l’eccesso di informazione, supportata da una miriade di mezzi (dalla tv al tablet passando per lo smartphone), non diventa altro che una ripetizione delle stesse cose, deggli stessi errori, dello stesso modello che da decenni fustiga il nostro calcio. Per esempio ieri pomeriggio, mentre avevo già deciso di non vedere il posticipo, ho pensato che però avrei potuto vedere i gol – pardon, gli highlights – delle gare di un pomeriggio calcistico interessante come il fissare un muro male intonacato ininterrottamente per 6 ore, con tutto il rispetto per Chievo-Crotone. Così capito in uno di quei programmi televisivi che anticipa i gol – pardon, gli highlights – e nel quale gli allenatori si piazzano davanti ad una telecamera per sentirsi fare nel migliore dei casi le stesse domande di sempre. Ma certe domande girano e rigirano sempre, anche quando c’è una decisione arbitrale sbagliata o un errore clamoroso del portiere. Ieri a Pescara si è verificata la seconda ipotesi, con Donnarumma che fa questo errore qui:
Ora, è una papera in piena regola. Si può discutere della scelta del passaggio di Paletta, ma è Donnarumma a fare l’errore più evidente. La cosa che fa sorridere è che su Topolino è uscito uno speciale sul giovane portiere rossonero, che è stato “disneyzzato” in Paperumma. Sì, si può sorridere su questa coincidenza, così come sullo sfottò, che fa parte del gioco. Quello che mi lascia perplesso è la domanda che viene fatta a Montella: “Si è scusato il ragazzo negli spogliatoi per l’errore?”. Ma di cosa? E infatti Montella: “Non deve assolutamente scusarsi con nessuno. Se la squadra fosse stata più abile avremmo rimontato la partita perché ne avevamo le potenzialità”. Ecco, è una domanda all’apparenza innocua, ma che personalmente mi ha aperto un mondo, perchè mi pare nasconda un atteggiamento, che è quello per cui un giovane deve sempre scusarsi se sbaglia, al cospetto dei più grandi, quegli stessi grandi che però poco hanno fatto per raddrizzare la gara. Ma conta solo l’errore evidente, per giunta se commesso da uno appena diventato maggiorenne. Donnarumma per noi è cresciuto troppo in fretta, mentre però diciamo che all’estero i giovani vengono sempre valorizzati meglio e possono concedersi il lusso di sbagliare. In Italia, se sbagli rischi molto di più.
Lo sa bene anche uno come Scuffet, che ieri ha giocato la sua seconda gara da titolare con l’Udinese per l’assenza del portiere titolare. Ve lo ricordate Scuffet, sì? Un paio di stagioni fa commise l’errore di non voler andare all’Atletico Madrid, si disse perché voeva completare gli studi, ma anche perché sarebbe finito a fare il secondo di Oblak (lo avete visto Oblak quanto dimanine è forte?), quindi ha preferito restare e giocare. Scuffet da quel momento è stato considerato finito. Ha giocato titolare in B a Como, ora è a Udine dove tutti però ora parlano di Meret, suo successore in Primavera e ora in prestito alla Spal: quest’ultimo ha fatto bene ad andare in B, perché non ha rifiutato alcuna big. Ieri Scuffet stava per fare un miracolo sul colpo di testa di Belotti. Se lo avesse respinto, ci saremmo riaccorti di lui. Invece non è successo e Simone deve restare lì, a chiedere scusa e pentirsi in eterno.
Donnarumma non deve scusarsi di nulla, dunque. Anzi, meno male che ha sbagliato: si cresce anche così.