I fatti, prima di tutto. Durante l’ultimo Gran Premio di Formula Uno che si è disputato sul circuito cittadino di Baku, in Azerbaijan, la Ferrari di seb Vettel e la Mercedes di Lewis Hamilton si sono scontrate nell’ultimo giro della safety car. Alla curva numero 15 il pilota inglese, che era in testa alla carovana di monoposto, ha frenato bruscamente causando una collisione con il tedesco, che lo seguiva. Vettel si è infuriato, affiancando il rivale per la corsa al Mondiale e ricoprendolo di improperi (come si vede dal suo gesticolare nelle riprese dell’abitacolo), per poi colpirlo in un ruota a ruota molto pericoloso.
Vettel dei due piloti è stato l’unico ad essere sanzionato: al ferrarista è stata imposta una penalità di 10 secondi da scontare allo stop&go, oltre al decurtamento di tre punti dalla super-licenza rilasciata dalla Fia: se dovesse ripetersi anche nel prossimo Gp d’Austria, Vettel si ritroverebbe squalificato per una gara, poichè i punti rimastigli sono solo altri tre. Ad Hamilton invece non è stata imposta alcuna sanzione.
Regolamento alla mano, la sanzione a Vettel è stata corretta, poichè la sua condotta è stata pericolosa: ha cercato la collisione con l’avversario in maniera volontaria. Così come però appare volontaria la grande frenata di Hamilton alla curva 15, che l’ha passata liscia. Qui sta l’errore dei commissari: il regolamento dice che in regime di safety car, quando questa accende le luci di color arancione (segno che sta rientrando ai box, facendo così riprendere il corso normale della gara) il pilota che guida il gruppo ha la responsabilità di mantenere una guida che non comporti alcun pericolo, cos’ come non deve impedire la ripartenza della gara stessa con manovre azzardate. come riportato nel regolamento Fifa, all’articolo 39 che riguarda la condotta di gara in regime di safety car:
Per dirimere la questione, la Fia si è basata sulla telemetria, che non avrebbe ravvisato alcuna scorrettezza. Ma il comportamento in pista di Hamilton appare comunque non in linea con quanto spiega il regolamento: sarebbe lecito chiedersio quantomeno il perché di una così brusca frenata.
E allora, è proprio qui che il quattro volte campione del mondo deve dimostrare di avere non solo classe al volante, ma anche e soprattutto nella testa. Perchè Lewis, dopo i sorrisi e gli abbracci delle prime giornate, ora che si trova ancora dietro in classifica piloti dopo otto gare – in una situazione che in casa Mercedes non si aspettavano, basterebbe vedere le reazioni di Toto Wolff già a Melbourne – ha deciso di provocare il diretto avversario. Riuscendoci, per il momento. La reazione scomposta di Vettel denota che la tattica di Hamilton rischia di andare a buon fine anche sul lungo periodo, perché con la possibile squalifica in ballo in Austria ora Lewis potrebbe approfittarne. L’inglese ha lavorato a filo di regolamento, uscendone indenne. E potrebbe rifarlo. Ora tocca a Vettel dimostrare di essere il migliore in tutti i sensi.
Chi ci guadagna, in tutto questo, è un circus che dopo il cambio di management (e di regole sulle auto, più larghe e veloci risptto agli ultimi anni) è alla ricerca di un duello vecchio stile, come non si vedevano dai tempi di Senna/Prost o di Schumi/Villeneuve. Occhio a nervi, dunque.