L'ambulanteIl video di Intesa Sanpaolo e la cyber violenza del popolo social

Qualche giorno fa un bancomat di Intesa Sanpaolo non sputava più la mia carta. Sembrava il presagio di chi dovesse inghiottire un brutto rospo: il video virale che ha fatto divertire il popolo soci...

Qualche giorno fa un bancomat di Intesa Sanpaolo non sputava più la mia carta. Sembrava il presagio di chi dovesse inghiottire un brutto rospo: il video virale che ha fatto divertire il popolo social, soddisfacendo la sua ingordigia.
La direttrice di una filiale del mantovano è stata incoronata “zimbello della Rete” grazie a un video canzonettaro, tra l’altro ad uso interno e realizzato per un contest aziendale.

Non so quanti avranno invidiato la popolarità temporanea della “povera disgraziata” con quella milionata di visualizzazioni su YouTube, che avrebbe fatto risparmiare ad ogni socialmedia manager che si rispetti la paccata di soldi da sborsare a Google per un audience così in alto, in poche ore.

Un’insospettabile trovata di marketing? No, semplicente l’incauto gesto del collega whatsapparo che lo ha diffuso, dimenticando che ogni contesto lavorativo deve essere regolamentato da una socialmedia policy senza sconti per nessuno.
Si sa che il trend in azienda è l’uso di Whatsapp per attività goliardiche che evocano i tempi andati della naia, compresi i messaggini sconci, per giunta puzzolenti di fradicio maschilismo, a danno delle colleghe imbarazzate.

Il video di Intesa Sanpaolo fa il botto in Rete. Il popolo social ci mette il resto, diventa carnefice e vorrebbe far passare un atto criminale di cyber violenza per un’ondata di divertissement.
Lo sfottò diventa umiliazione, l’offesa prende la piega di invasione della sfera privata e professionale, saccheggiando il contesto sociale della vittima. Denigrare sui social media vale quanto ferire o ammazzare con una pallottola.

Per la direttrice di filiale di Intesa Sanpaolo oltre il danno anche la beffa. A chi spetta il risarcimento morale?
Non ci resta che piangere, per dirla alla Benigni e alla Troisi. Chi ha fatto parte del coro di questa cyber violenza tornerà a fare delle timeline il territorio per gettare le proprie frustazioni.

Questa volta ci sta la sprezzante risposta di Maria Antonietta di Francia al “Maestà, il popolo (social) ha fame.”

“Che mangi brioches”.

Entra nel club, sostieni Linkiesta!

X

Linkiesta senza pubblicità, 25 euro/anno invece di 60 euro.

Iscriviti a Linkiesta Club