L'ambulanteIl treno della morte di Trenord: quando noi pendolari denunciavamo e nessuno ci ascoltava

Giuseppina, Pierangela e Ida Maddalena erano salite su un treno Trenord per andare a lavoro, come facciamo in tanti di noi tutti i santi giorni, senza rientrare a casa. Sono le tre vittime del conv...

Giuseppina, Pierangela e Ida Maddalena erano salite su un treno Trenord per andare a lavoro, come facciamo in tanti di noi tutti i santi giorni, senza rientrare a casa. Sono le tre vittime del convoglio 10452 partito da Cremona prima dell’alba del 25 gennaio e deragliato all’altezza di Pioltello, alla periferia di Milano.

Il treno della morte, che aveva a bordo tra i 350 passeggeri studenti e lavoratori in direzione del capoluogo lombardo, segna il primo grande disastro ferroviario della società nata nel 2009 dalla fusione di Trenitalia e Ferrovie Nord Milano. Colpa soltanto di quel maledetto giunto di 25 centimetri sulla linea Brescia-Milano?

Premesso che la Lombardia ha la rete ferroviaria con la più alta frequentazione nel nostro Paese – tra l’altro Milano è collegata ai capoluoghi di provincia sui binari per una media di 19 ore su 24 – spiegate all’Italia tutta quanto la politica locale sia responsabile della malagestione, ricordando che per un abbonamento annuale in area provinciale occorre sborsare uno stipendio di un operaio.
Il ministro Delrio che esige “la verità” si è mai affacciato sui social network per leggere fiumi di segnalazioni dei pendolari, in rimbalzo sulle bacheche di Facebook e timeline di Twitter, su ritardi, condizioni di viaggio pessime, convogli vecchi e luridi, falle nella sicurezza?

Lo sfogo del rapper Frankie hi-nrg mc su Facebook è rappresentativo:

 https://www.facebook.com/frankiehinrgmc/posts/10155854096254669 

Si parlava di morti e feriti già alla prime ore del mattino e l’account Twitter dell’Ufficio Stampa di Trenord ha taciuto fino alle 10.25, riducendo un disastro senza precedenti per deragliamento ad interruzione di circolazione a causa di “uno svio”.

 https://twitter.com/Trenord_Press/status/956457039265517568?ref_src=twsrc%5Etfw 

L’aplomb di Trenord e la pessima gestione della comunicazione in emergenza hanno fatto letteralmente incazzare il popolo dei social network:

 https://twitter.com/daniele_780/status/956443203485487104?ref_src=twsrc%5Etfw 

 https://twitter.com/ilap89/status/956419954441670657?ref_src=twsrc%5Etfw 

Oggi l’Italia è in collera perchè ci sono morti e feriti mentre le fanfare di Trenord per la riapertura recente della tratta Varese-Porto Ceresio suonano come una gran bella stonatura in queste ore di lutto. Cosa facevano le istituzioni quando noi pendolari denunciavamo e nessuno ci ascoltava in merito al servizio e alla manutenzione dei convogli?

Ogni anno percorro più di 30.000 chilometri con i treni Trenord, il 30% dei quali su tutte le direttrici della regione Lombardia. Provate a fare le tratte da vecchio Far West Brescia-Piadena e Treviglio-Cremona. Per non parlare di memorie ritrovate sulla direttrice Milano-Luino risalenti al luglio 2011, che ci videro letteralmente sequestrati in un treno senza aria condizionata per quasi tre ore.

 https://www.facebook.com/Spottedtrenord/photos/a.614244535259182.153496.610650805618555/1788736424476648/?type=3 

A regalarci un lieve sorriso è la vignetta presa in prestito dalla bacheca Facebook di @SpottedTrenord. Le indagini faranno il loro corso e ci aspettiamo che ne rispondano i responsabili di questa triste vicenda, incluso l’alto management strapagato, chiarendo una volta e per tutte se, oltre alla manutenzione della rete ferroviaria, abbiano influito l’errore umano del macchinista e le condizioni dei vagoni.

Dei tagli alla manutenzione del trasporto locale a beneficio dell’Alta Velocità ne vogliamo parlare? Questa è un’altra deplorevole storia dell’Italia fatta di trasporto da prima e seconda classe. Giuseppina, Pierangela e Ida non sono tornate più a casa e non dovranno essere ricordate come “morti da 2a classe”.

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