La violenza urbana delle baby gang in azione a Napoli e nel suo hinterland è sotto l’occhio del ciclone e le istituzioni locali non possono più bendarsi gli occhi. Il pestaggio di Gaetano nella periferica Chiaiano e quello di Arturo nella centrale via Foria sono diventati due casi simbolo di un fenomeno sociale che si sta allargando a macchia d’olio.
L’ultima vittima nell’hinterland napoletano, a Pomigliano d’Arco per la precisione, è soltanto l’ennesima di una serie di episodi violenti denunciati sui social network e segnalati dalla stampa locale nell’omertà di tutti nei mesi scorsi: una banda di mocciosetti accerchiava le ragazze e le picchiava all’ombra dei paesi vesuviani.
Finché il caffè ristretto era amaro in ambito locale, si sopperiva preoccupandosi delle luminarie natalizie per abbellire la periferia dove c’era il marcio. Ora diventato cicuta esotto i riflettori della cronaca nazionale, si fa a gara a chi indossa meglio la maschera di cartone dell’indignato di turno.
Per usare un eufemismo post- capodanno a Napoli il turismo ha fatto il botto. Sentirsi orgogliosi dello struscio turistico in via Toledo nei giorni delle festività natalizie è cosa buona e giusta – nonostante a Capodanno la metropolitana partenopea abbia abbassato scandalosamente la saracinesca alle ore 13 lasciando a piedi i turisti – ma il ritorno nella propria città nell’occhio del ciclone per la violenza urbana, per giunta minorile e gratuita, evoca l’incubo delle amministrazioni locali della Prima Repubblica, imbalsamate sul piedistallo del “tirare a campare” e dei “panni sporchi si lavano in famiglia”.
Il ruggito da campagna elettorale di chi vorrebbe militari e poliziotti di quartiere dovrebbe essere spento da incentivazione, attenzione e cura di quelle associazioni, per lo più invisibili, che operano sul territorio per ricordare a questi piccoli bulli criminali che il loro stile di vita non può essere scimmiottare i personaggi della serie tv di Gomorra.
Dopo Gaetano, Arturo e gli altri quattro casi segnalati nel centro di Napoli tra novembre e dicembre scorso, chi sarà il prossimo pestato? Sotto a chi tocca.