La speculazione ediliziaL’edilizia non deve morire: giù le mani da ecobonus e sismabonus!

Mentre l'attesa febbrile di stabilità per il Paese imperversa su media e social, le notizie che arrivano a riguardo della bozza del Contratto di governo sono tutt'altro che positive per il mondo de...

Mentre l’attesa febbrile di stabilità per il Paese imperversa su media e social, le notizie che arrivano a riguardo della bozza del Contratto di governo sono tutt’altro che positive per il mondo dell’edilizia italiana: resterebbero in vigore soltanto le detrazioni degli interessi sui mutui per la prima casa e delle spese per le ristrutturazioni edilizie, ma solo per gli ammortamenti in corso. (QUI la notizia pubblicata da edilportale.com)

Dire addio, cioè, agli ecobonus e ai sismabonus che rappresentano attualmente l’unico volano positivo per la ripartenza del comparto.

Ma vediamo qualche numero.

Dal 1998 al 2017 gli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie hanno interessato il 62% delle famiglie italiane.
Nello stesso periodo le misure di incentivazione fiscale hanno attivato investimenti pari a 264 miliardi di euro, di cui 229,4 miliardi hanno riguardato il recupero edilizio e 34,6 miliardi la riqualificazione energetica.
A fronte di minori introiti conseguenti alla defiscalizzazione stimati in 122,7 miliardi di euro, tali misure hanno generato un gettito fiscale e contributivo in base alla legislazione vigente, per i lavori svolti, pari a 100,0 miliardi di euro con un saldo totale negativo di 22,7 miliardi di euro, pari a 1,1 miliardi di euro medi annui dal 1998 al 2017.
Considerando che lo Stato incassa i proventi spettanti nell’anno di esecuzione dei lavori e distribuisce le detrazioni fiscali nell’arco dei successivi dieci anni, l’introduzione di ulteriori elementi di natura finanziaria basati sull’attualizzazione dei valori precedentemente esposti modificherebbe il saldo generando un risultato di appena -1,1 miliardi di euro.

A marigine di ciò, gli incentivi hanno invogliato un settore alla disseminazione culturale del risparmio energetico degli edifici, alla salvaguardia dell’ambiente, al benessere abitativo e alla sicurezza sismica. Hanno creato nuovi posti di lavoro, con attività di tipo consulenziale e finanziario, con imprenditori che hanno iniziato a fare rete per riqualificare condomini, alberghi, interi quartieri.

Gli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie sono quindi una grande opportunità per il Paese.
La loro abrogazione non provocherebbe alcun risparmio alla finanza pubblica e getterebbe nel baratro un intero settore.

Quale Presidente della Federazione Edilizia di CDO non posso che portare la voce dei miei tanti imprenditori e professionisti che, se i bonus venissero abrogati, si ritroverebbero nella disperazione del vedersi portare via un’intera fetta di mercato. Pertanto la Federazione è contraria alla loro eliminazione, e lo ribadisce in maniera compatta.

Lancia quindi un appello alle forze politiche affinché l’abrogazione degli incentivi per le ristrutturazioni edilizie sia espunta da ogni programma di governo.

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