La letteratura, così come la storia, spesso forniscono alcune chiavi per interpretare il presente, fino anche a rappresentare strumenti utili ad introdurre ordine nel caos. il caso di Italo Calvino che, con la sua produzione letteraria, ha guidato il pensiero del secondo novecento e che ancora oggi fornisce il miglior vademecum per chi vuole navigare in una società che presenta molti tratti di incertezza e di instabilità.
Molto abbiamo tratto, in particolare, dalle sue “Lezioni americane”, quelle che lo scrittore avrebbe tenuto all’Università di Harvard: esattezza, leggerezza, molteplicità, rapidità, visibilità e consistenza. L’inesplorata lezione sulla consistenza, inesplorata perché Calvino scomparve prematuramente, è quella che ha ispirato Fondazione Prioritalia.
Il meeting di Prioritalia, organizzato nell’ambito dell’Assemblea nazionale Manageritalia, ha infatti coinvolto più di 60 stakeholder del mondo associativo, accademico, manageriale, politico ed istituzionale con l’obiettivo di individuare azioni concrete e pratiche innovative che siano in grado di ridare solidità all’impianto economico, sociale, culturale del Paese. Una sfida articolata e ambiziosa che chiama in causa proprio le competenze, come veicolo e motore del cambiamento e dell’innovazione sociale.
Tutto ciò per affermare l’idea di un’Italia che c’è ed è in grado di coltivare, organizzare e dare voce alle competenze professionali, digitali, civiche nella consapevolezza che è lì, nell’accumulazione e nel continuo aggiornamento di conoscenze e nello sviluppo di competetene trasversali,che si giocherà il futuro e la prosperità dell’ecosistema economico- sociale, oggi reso particolarmente fragile da forti squilibri generazionali.
Consistenza dunque come competenza, perché se ragioniamo nella sua mancanza, allora vedremo che senza competenze non c’è lavoro produttivo, né equità né qualità, non esiste spazio per la partecipazione civica, né un ambiente favorevole all’innovazione. Senza competenze, inoltre, può farsi strada uno scollamento spontaneo ed autonomo della società. Catalizzare e moltiplicare le competenze diventa allora fondamentale: tornare sui territori, risintonizzarci sui bisogni della società e mettere in atto processi culturali e politiche inclusive diventa la base dalla quale ripartire. Non dimenticando il tema generazionale, di straordinaria importanza, che si traduce nella capacità di saper costruire un patto solido per il futuro.
L’urgenza imposta dall’attuale quadro demografico ed occupazionale detta l’agenda delle priorità, a partire dalle grandi questioni che caratterizzano l’economia dell’innovazione e sulle quali domani si dibatterà: la trasformazione digitale e del lavoro, il rapporto tra centro e periferia, il welfare, la demografia e appunto il patto tra generazioni. Sfide che sono state al centro dell’indagine “Lo sviluppo del Paese visto da italiani e manager” offerta al dibattito e ai partecipanti al Meeting.
Tutti ambiti che vedono impegnata la comunità manageriale oramai da diversi anni. Il messaggio forte che esce dal Meeting di Milano è quello che può esistere, ed essere proficuo, uno spazio di incontro tra i rappresentanti della “cultura del fare”, quella cultura che appartiene anche ai manager e per la quale siamo riconosciuti come esecutori affidabili, e la “cultura del dono”, nel senso di condividere e restituire esperienze alla società e al tessuto civile. L’ambizione ultima è contribuire a dare un segnale al Paese, dare appunto consistenza, nel senso di solidità, compattezza, aderenza alla realtà, responsabilità.
Marcella Mallen, Presidente Fondazione Prioritalia