Grazie a Babbo Natale ho scoperto che chi ha inventato le Lol è un genio del marketing e del male. Le Lol sono quelle bamboline brutte – faccia da gatto, occhi da manga, corpo da bimba grassa, outfit anni Ottanta – che fanno impazzire le bambine, belle e brutte.
Si direbbero bambole-minchia, invece no.
Perché le Lol – ma pure le Lil che sono le figlie delle Lol, e poi ci sono i Pets, che sono gli animali delle Lol, e vuoi che non manchino i “Lolli”, come li chiama mia figlia, ossia i Boy Serie, altrimenti le Lil da dove arrivano? – dicevamo, le Lol sono amate perché… hanno tanti gadget e accessori, si vestono e svestono con abbinamenti che nemmeno Madonna nel suo periodo migliore, sono trendy, hanno a disposizione un parco-parrucche che Lady Gaga se lo sogna e sono coperte di glitter (glitter come non ci fosse un domani, ché dopo averci giocato devi passare la stanza con l’aspirabriciole, facendo attenzione a non mutilare le Lil).
Alcune Lol sparano confetti all’apertura della palla di plastica in cui sono racchiuse (a sua volta coperta di strati e strati di confezione che manco la carta igienica); altre cambiano colore, se immerse in acqua fredda (ma non chiamatele “di colore”, perché le Lol sono totalmente politically correct); altre ancora fanno la pipì (peccato non aver inventato anche quelle che si scaccolano il naso e si schiccano le dita dei piedi). Infine, ci sono bamboline che emergono da una conchiglia, mentre si scioglie in acqua, come il Supradyn. Queste in particolare fanno impazzire anche mio figlio, maschio, e la cosa ancora non mi dà pace.
Sorvolando sul prezzo astronomico, non solo delle bambole in sé, ma anche di tutto il loro corollario (per acquistare la casa delle Lol serve accendere un muto in banca… quella vera), la mattina di Natale ho capito perché piacciono così tanto.
Lo avevo intuito quando ho stupidamente permesso a mia figlia di 7 anni di guardare i video su Youtube degli scartamenti delle Lol in tutte le loro mirabolanti varianti. L’ho sperimentato, però, quando ho stupidamente permesso a Babbo Natale di invaderci la casa di Lol, assistendo così allo scartamento di diretta.
Chi ha inventato non tanto le Lol, quanto il loro packaging è un genio. Ancora di più lo è chi ha inventato l’esperienza dello scartamento, rendendo il packaging parte del gioco, e soprattutto facendo della surprise (abilmente modulata) l’evento ludico centrale. Antenata delle Lol fu la Matrioska. Soltanto che, in quel caso, la moltiplicazione della scoperta era prevedibile. In questo caso, invece, vengono offerti continui stimoli… alla creatività? Al gioco? Alla relazione? No. All’acquisizione compulsiva di nuove bambole, nuove scarpe, nuove parrucche, nuovi biberon, persino di strane maschere che a me ricordano quelle delle drag queen.
Geni delle Lol voglio conoscervi!
Geni delle Lol vi prego: mettete il vostro spirito del marketing a servizio del bene!
Potreste contribuire a risanare il debito del Burundi oppure le teste e i cuori dei nostri figli che, fino ad oggi, avete contribuito a bacare.