Vanessa Ledezma Camero è la figlia maggiore dell’ex sindaco metropolitano di Caracas, Antonio Ledezma, oppositore alla dittatura di Nicolas Maduro, arrestato nel 2015 con l’accusa di aver organizzato un colpo di stato contro il regime. Vanessa ha 36 anni e vive da 8 anni in Italia, più precisamente in Emilia Romagna, col marito e le due figlie che sogna di riportare nel suo Paese, il Venezuela. Durante il nostro incontro le parole che ripeterà più spesso sono “popolo” e “libertà”. Di lei colpisce il tono deciso e la voglia di non arrendersi.
Cosa sta succedendo esattamente in Venezuela? Un Presidente autoproclamato, Guaidó, e un altro, Maduro, che parla di colpo di stato.
«Partiamo da una cosa fondamentale che si è detta e letta poco in questi giorni: Juan Guaidó non si è autoproclamato ma ha fatto quello che c’è scritto nella nostra Costituzione. Lui come Presidente dell’Assemblea Nazionale, il nostro parlamento, è l’espressione dell’unico organismo eletto liberamente dai cittadini venezuelani, e per quello ha assunto la Presidenza. Lo dice la Costituzione, gli articoli 233, 333 e 350 dicono che il Presidente dell’Assemblea Nazionale può prendere il potere in nome del popolo venezuelano se c’e un vuoto di potere. Maduro è stato eletto, un anno fa, grazie ad elezioni truccate, quindi illegali, tanto che non sono state riconosciute neanche dalla comunità internazionale. Le elezioni erano state convocate per l’Assemblea Costituente del Venezuela, una sorta di parlamento parallelo. Lo scorso 10 gennaio si è concluso il suo mandato, quindi siamo in una situazione di assenza di potere per cui Maduro deve andare via».
Quindi l’azione di Juan Guaidó è del tutto legittima?
«Certo, Guaidó è l’unico Presidente legittimo del Venezuela, si è mosso nella legalità. Sono tanti anni che lottiamo per ripristinare la libertà. In Venezuela da vent’anni c’è una dittatura, prima con Chavez e poi con Maduro. Lo scorso 23 gennaio c’è stato un grande bagno di popolo per il giuramento del nuovo Presidente, un segnale bellissimo».
È fiduciosa per il futuro del Venezuela?
«C’è una speranza, dal 23 gennaio vediamo la luz al final del túnel come si dice da noi. La possibilità di iniziare a scrivere una nuova storia per il Venezuela, manca poco».
Intanto però ci sono in corso scontri e repressioni, non avete paura?
«Certo, la paura c’è. Tutti i dittatori cercano di punire il popolo quando questo si stanca e alza la voce contro di loro. In queste settimane sono stati uccise più di 70 persone nelle manifestazioni e 800 persone, tra cui 77 minorenni, sono state messe in prigione da Maduro. Non c’è stato di diritto e non esiste nessun rispetto dei diritti fondamentali dei venezuelani. Anche alcuni giornalisti stranieri sono stati imprigionati perché non vogliono che venga raccontata la verità. Ma Il popolo venezuelano vuole che Maduro vada via, non vogliamo una guerra civile, Maduro è un usurpatore e anche capo di una organizzazione criminale e deve pagare per tutto il male che ha fatto al Paese».
Donald Trump il Presidente degli Stati Uniti d’America è stato il primo a riconoscere Guaidó, ma parliamo di un uomo le cui idee sono spesso discutibili. Cosa ne pensa?
«Trump è Trump e lo sappiamo, ma in questo caso ha fatto quello che andava fatto. Non è stato il solo, anche il Canada, l’Unione Europea, le Nazioni Unite, il gruppo di Lima, gran parte dei paesi dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) e anche il Parlamento Europeo hanno legittimato il gesto di Guaidó che ci da una speranza per il futuro del nostro popolo. Però mi lasci fare un appello».
Prego…
«Faccio un appello al governo italiano che ancora non si è espresso. Noi vogliamo la solidarietà di un popolo che abbiamo accolto quando gli italiani sono venuti a lavorare da noi. Ad oggi il Governo se ne sta lavando le mani come Ponzio Pilato e questo mi dispiace. Il Venezuela sta vivendo una crisi umanitaria enorme, non è questione di opinioni politiche. Sarebbe doveroso da parte di tutti proteggere un popolo indifeso piuttosto che parlare di ingerenza come ha fatto il governo itliano, non confondiamo le cose. I crimini contro l’umanità non possono essere considerati una questione interna».
Cosa serve al Venezuela per ripartire e tornare ad essere un Paese normale?
«Prima di tutto bisogna far ripristinare la libertà, riattivare l’economia, siamo passati dall’essere uno dei paesi più ricchi del Sudamerica ad uno dei più poveri. Abbiamo il petrolio, ma oggi i bambini muoiono per mancanza di medicinali o sono costretti a cercare il cibo tra i rifiuti per non morire di fame. E poi ci siamo noi, tutti i venezuelani in giro per il mondo pronti a tornare per ricostruire il Paese».
Quanti siete?
«Siamo in tanti dispersi nel mondo, più di 3 milioni, ma la cifra cambia ogni giorno. Quotidianamente migliaia di venezuelani lasciano il Paese, tanti scapano anche a piedi verso il confine con la Colombia per raggiungere altri paesi latino americani, è una situazione abbastanza drammatica».
Abbiamo parlato di futuro, ma si sa il futuro è dei giovani. I giovani venezuelani cosa pensano, cosa vogliono?
«I giovani vogliono la libertà, vogliono vivere una vita normale e piena di opportunità, i ragazzi lottano più che mai. Cercano di studiare anche se è quasi impossibile. Andando all’università si rischia la vita. C’è gente affamata che non riesce ad alzarsi dal letto nemmeno per andare a scuola. I ragazzi cercano di avere la forza di andare avanti. Alcuni potrebbero andarsene ma restano perché credono nel paese».
Lei ha voglia di tornare?
«Io non vedo l’ora di tornare a casa e far crescere i miei figli dove sono cresciuta io. Riabbracciare i familiari e gli amici che sono riamasti li. È per questo che sono impegnata e che chiediamo aiuto alla Comunità Internazionale. Quando ho iniziato a raccontare cosa succedeva in Venezuela non mi credevano, adesso hanno capito chi è Nicolas Maduro, un narcotrafficante che ha preso il potere con la forza. Sono certa che i venezuelani abbiano imparato la lezione».
È convinta che, citando l’ex Presidente degli USA Obama, il meglio debba ancora venire?
«Si, il Venezuela tornerà ad essere una potenza, con un presidente eletto democraticamente e con l’aiuto del popolo. Non succederà più di affidarsi a personaggi che sanno solo fare promesse. Dico agli italiani state attenti a chi votate».
Juan Guaidó è la persona giusta per rilanciare il Venezuela?
«Lui è sicuramente uno. Ma ci sono tante persone preparate per quel posto, ma in primis vogliamo che Maduro lasci il potere. Poi penseremo ai nomi».
Lei è molto attiva, possiamo annunciare un suo impegno diretto in politica?
«Per il momento non mi interessa candidarmi e far politica, io voglio lottare».