Passione e Competenza per un\'Italia miglioreASviS: L’onda del cambiamento arriva anche in Parlamento

Sulla spinta dei giovani, anche i politici devono rivedere le priorità dell’azione pubblica. Un segno dei tempi si è avuto nel dibattito promosso dall’ASviS: è ora di mettere lo sviluppo sostenib...

Sulla spinta dei giovani, anche i politici devono rivedere le priorità dell’azione pubblica. Un segno dei tempi si è avuto nel dibattito promosso dall’ASviS: è ora di mettere lo sviluppo sostenibile in Costituzione.

Times are A changin’, cantava Bob Dylan nel 1964. Il menestrello americano coglieva i primi segni della grande ondata che indusse i giovani a mettere in discussione costumi e istituzioni nel decennio successivo. Non tutto andò come i ventenni di allorasperavano, ma certamente quella degli anni’60 e ’70 fu una grande spinta rinnovatrice che per molti aspetti cambiò il mondo.

Ho l’impressione che in questi giorni stia avvenendo qualcosa di simile: un vasto movimento che farà la Storia. La mobilitazione dei giovanissimi sotto la spinta di Greta Thunberg, lo sciopero mondiale per il clima proclamato per il 15 marzo, le manifestazioni in tante città del mondo sono il segno di una spinta dal basso che non è più soltanto un blando invito ai politici perché facciano presto ad affrontare le sfide che minacciano il Pianeta, ma una richiesta urgente e imperiosa di cambiare le priorità delle scelte pubbliche, e di farlo in fretta.

Come ha detto Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS nella sua rubrica “Scegliere il futuro” su Radio radicale:

Tutto è partito da quella ragazza che dopo il suo discorso alla Cop 24 sulle politiche per il cambiamento climatico è diventata una star mondiale. Una ragazza che ha deciso di fare lo sciopero ogni settimana per protestare contro la disattenzione dei potenti della Terra per uno dei peggiori disastri che ci accompagnerà nei prossimi decenni a causa degli errori del passato. Molti bambini, molti altri ragazzi e molti adulti hanno imparato da lei. A Bruxelles decine di migliaia ormai sfilano ogni settimana in piazza dicendo ai potenti “guardate, non pensate che il problema si risolva da solo; guardate, qui ci siamo noi, siamo quelli che stanno pagando e pagheranno per i vostri errori; guardate, potete cambiare le politiche, perché non lo fate? Il 15 marzo ci sarà uno sciopero mondiale per le politiche a favore della mitigazione del cambiamento climatico, che sappiamo richiederanno tantissime risorse. Ma non c’è alternativa a una transizione ecologica giusta, che in qualche modo preservi anche tanti posti di lavoro che rischiano di essere cancellati dal passaggio verso le energie rinnovabili. Bene, queste forze giovani, e non solo, chiamano tutto il mondo alla sua responsabilità e ci danno una grande speranza.

C’erano i segni di un clima diverso anche nell’incontro pubblico promosso dall’ASviS ieri alla Camera dei deputati, per discutere con Governo e forze politiche l’analisi della Legge di bilancio nell’ottica dello sviluppo sostenibile, la percezione dell’Agenda 2030 da parte dell’opinione pubblica e i nuovi indicatori compositi elaborati dall’Alleanza sui 17 SDGs. Sul sito potete trovare un ampio resoconto di tutti gli interventi e suggerisco anche di leggere la sintesi per partito redatta da Toni Federico per il Comitato scientifico della Fondazione dello sviluppo sostenibile.

Qui mi limito a segnalare alcuni elementi che mi sono sembrati particolarmente positivi, e che hanno dato un ben maggiore valore aggiunto al dibattito di ieri rispetto all’analogo confronto che si svolse al Senato due anni fa.

  • L’impegno a caratterizzare sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile l’azione del Parlamento, esposto con forza dal presidente della Camera Roberto Fico, il cui intervento è andato ben al di là di un semplice saluto.

  • L’adesione pressoché unanime all’inserimento del concetto di sviluppo sostenibile nella Costituzione. Lo hanno sottolineato anche esponenti di forze politiche come Fratelli d’Italia, che non lo avevano sottoscritto di fronte all’appello dell’ASviS prima della campagna elettorale. Anche Alberto Bagnai della Lega, pur dicendo di parlare a titolo personale, si è detto favorevole, seppure a condizione, per lui, di togliere dalla Carta l’obbligo del pareggio di bilancio. Una proposta di legge costituzionale sullo sviluppo sostenibile è già in Parlamento, ma +Europa ha avviato la raccolta di firme per dare a questa richiesta la forza del supporto popolare.

  • L’annuncio del presidente del Consiglio di mantenere presso Palazzo Chigi il coordinamento delle politiche per l’Agenda 2030, l’apertura ad altre proposte dell’ASviS come la creazione della Consulta sulle politiche di genere e l’impegno per l’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile. Giuseppe Conte ha anche parlato diffusamente degli indicatori del benessere (proprio ieri il Governo ha presentato le proiezioni per il triennio 2019–2021 alla luce della Legge di Bilancio) e ha annunciato approfondimenti in proposito, sotto la guida di Filomena Maggino, sua consulente per le politiche sulla qualità della vita e componente del Segretariato dell’ASviS.

  • Una maggiore maturità anche da parte dell’ASviS nel suo lavoro di elaborazione. L’analisi della Legge di Bilancio (che si può scaricare dal sito) è stata un esercizio complesso, al quale hanno partecipato circa 300 esperti dei Gruppi di lavoro per Obiettivo dell’Alleanza. Se in passato, con i suoi Rapporti annuali, l’Alleanza ha indicato linee generali di intervento per mettere l’Italia sul sentiero di sviluppo sostenibile, in questo caso l’ASviS ha messo sul tavolo valutazioni e indicazioni molto concrete che potranno avere un seguito nei prossimi lavori parlamentari.

  • Infine, mi è sembrato positivo il clima della discussione, ottimamente diretta dal collega Marco Tarquinio, direttore di Avvenire. Un clima così diverso dalle cronache politiche di tutti i giorni, ma che fa sperare nella possibilità di un lavoro costruttivo nelle aule parlamentari. Ovviamente, ciascuno ha fatto la sua parte: gli esponenti governativi hanno difeso quanto si sta facendo e quelli della opposizione hanno detto che era sbagliato o insufficiente. L’intergruppo sullo sviluppo sostenibile è comunque un punto di convergenza tra le forze politiche ed è significativo che anche Guido Crosetto di FdI si sia dichiarato favorevole alla proposta di Giovannini per una legge annuale sullo sviluppo sostenibile, per liberare le politiche di sostenibilità dalle incrostazioni di vecchie norme che rallentano la transizione.

C’è tanto lavoro da fare, come ha ricordato il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini, a partire da un piano per i giovani, dalle infrastrutture, dalle politiche per le città, dalla riconversione ambientale. In questo clima, sotto la spinta di una opinione pubblica che chiede risposte rapide, si può davvero sperare che l’onda di un cambiamento vero, cioè di un cambiamento delle politiche verso lo sviluppo sostenibile, sia davvero arrivata in Parlamento.

Di Donato Speroni, Responsabile della redazione dell’ASviS

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