Per quelli della mia generazione che non c’erano nelle edicole italiane il 7 aprile 1949 la casa editrice Nerbini di Firenze ristampò il primo numero del settimanale Topolino. La ristampa anastica, custodita gelosamente mel mio archivio, era così fedele all’originale che tra noi addetti ai lavori circolava la voce che qualche furfante era riuscito a rivenderla per originale, facendo ingiallire le pagine.
Topolino festeggia 70 anni e risfogliare il primo numero mi solletica un riflessione: nessun fumetto ha accompagnato la nostra storia dal Secondo dopoguerra ad oggi come ha fatto questo settimanale. E’ stato molto più di un passaggio di testimone da una generazione all’altra, da padre in figlio, da nonno a nipote, perché in centinaia e centinaia di storie si è intrufolata l’italianità.
Noi, che abbiamo avuto l’intelligenza di nutrirci di quelle letture, abbiamo fatto di ogni striscia a fumetti lo specchio per esplorare i cambiamenti sociali, leccare le ferite, alternare sogni collettivi a illusioni, vivere meno traumaticamente il passaggio dalla spensieratezza infantile alle complicazioni dell’età adulta.
L’Italia del Boom economico, il sogno della rinascita industriale post-bellica, la rivoluzione del ’68, il gelo degli Anni di Piombo, il riflusso e la fine della Prima Repubblica, le contraddizioni del nuovo Millennio, l’instabilità e la subcultura dell’odio del nostro tempo sono state colte in filigrana dalla grande scuola di disegnatori e sceneggiatori italiani, che la stessa Disney americana non ha mai smesso di invidiarci. Gli editori, i direttori che si sono alternati negli anni, i patriarchi della matita come Carpi, Scarpa, Cavazzano, hanno vestito Topolino d’italianità e di un’identità culturale molto forte.
Dopo 70 anni di tutto questo c’è ancora una ciurma di intellettuali italiani che vorrebbe far passare il settimanale Topolino come “lettura da ignorantoni”. Assomiglia allo stesso atteggiamento che, negli anni ’70, portò una certa politica italiana ad appoggiare soltanto la canzone impegnata, liquidando il resto come canzonette popolari.
Il tempo ci ha dato ragione, perché quei politici ed intellettuali snob oggi sono sarcofaghi di cui possiamo fare a meno. L’italia ha bisogno ancora di leggere Topolino.
Buon compleanno, Topolino e grazie per non averci lasciati mai soli.