AmleticaSbagliando si impara. Davvero?

Sbagliando si impara, dicono. Veramente? A quanto pare no. O meglio, non sempre l’esperienza pregressa ci è utile per fare al meglio le nostre scelte. Alcuni esperimenti condotti sui topi hanno in...

Sbagliando si impara, dicono. Veramente? A quanto pare no. O meglio, non sempre l’esperienza pregressa ci è utile per fare al meglio le nostre scelte. Alcuni esperimenti condotti sui topi hanno infatti permesso di osservare che – in determinate situazioni caratterizzate da un grado di incertezza elevato – l’animale non decide cosa fare in base all’esperienza pregressa, ma sceglie in maniera stocastica. Cioè a caso.

Quante volte, infatti, ci capita di dover decidere cosa fare senza riuscire a individuare, nel nostro bagaglio di esperienze, informazioni utili per procedere? Tantissime. Ecco, a quanto pare, quello sarebbe un buon momento per scegliere a caso. Se, infatti, non abbiamo preferenze particolari e ciò che abbiamo imparato nella vita non ci fornisce alcun suggerimento illuminante sulla strada da intraprendere, faremmo meglio a non rimanere imbambolati ma a procedere con una scelta random. Faremmo veramente meglio? Forse. Risparmieremmo tempo, quello sì.

Quando il livello di incertezza è alto – e, mi sentirei di aggiungere, quando l’impatto della scelta sulle nostre vite non sembra essere strutturale – forse non c’è tecnica che ci aiuti a scegliere bene. Insomma, valutazioni strategiche o scarabocchiare pro e contro in un foglio di carta non ci servono a niente se le variabili sono troppe e imperscrutabili. O, semplicemente, non determinanti. Eppure, la necessità ancestrale di controllare ciò che ci circonda, compreso ciò che non conosciamo e che – non essendo ancora realtà – non possiamo davvero conoscere, ci porta a tentare, con discreta ostinazione, a quantificare e dettagliare cosa succederebbe se scegliessimo la strada A o la B. E questo accade anche in situazioni in cui già sappiamo che scegliere A o B non sembra comportare alla nostra esistenza conseguenze rilevanti. Siamo capaci di fissare un armadio venti minuti senza decidere cosa metterci, come di leggere un menù ossessivamente senza decidere cosa ordinare per cena. E allora, in queste circostanze, decidere di scegliere a caso non solo ci farebbe risparmiare tempo da impiegare in attività più gratificanti, ma ci aiuterebbe a liberarci dall’illusione, che da sempre ci caratterizza, di poter esercitare il nostro controllo su ciò che ci circonda. Una specie di piccolo allenamento per ricordarci che è possibile (e a volte purtroppo necessario) far fronte a situazioni che non avevamo previsto e che, magari, non rappresentano esattamente ciò che noi avremmo preferito. E che poi, magari, si rivelano molto meglio di ciò che pensavamo.

La prossima volta che non avremo proprio idea di cosa sia meglio fare – capita spesso, no? – anziché paralizzarci di fronte al bivio, proviamo a scegliere di affidarci al caso. Ecco, magari non per decisioni troppo importanti.

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