Il turismo e il marketing vivono da tempo un rapporto simbiotico, dovuto all’eccessiva competitività del settore e ai grandi flussi di denaro che ogni anno circolano nel mondo grazie al Turismo.
Non sono più le sole agenzie di viaggi o i tour operator a doversi affidare ai servizi del marketing, si vedono infatti sempre più territori, regioni o addirittura paesi, pianificare delle complesse strategie di marketing per invogliare frotte di viaggiatori nei propri luoghi ed aumentare il proprio introito economico.
Qualunque forma di marketing ben studiata parte dall’identificazione dei bisogni del mercato, per poi pianificare delle strategie, capaci di intercettare quei viaggiatori che non si sentono soddisfatte, e che sono alla ricerca di servizi adatti alle proprie esigenze.
È per questo che stanno nascendo formule sempre più precise e mirate di viaggio, segmentate sui bisogni reali delle persone.
Turismo consapevole: che cos’è?
Negli ultimi tempi si sta diffondendo sempre più una nuova filosofia di viaggio, il cosiddetto turismo consapevole, noto anche come turismo responsabile o turismo sostenibile.
Esistono già alcune realtà che riescono a soddisfare in maniera efficace le necessità di questo specifico target, cerchiamo dunque di capire di che cosa si tratta.
Il turismo consapevole propone una tipologia di viaggio che trasforma il viaggiatore da turista passivo a turista attivo, il soggetto del viaggio non è più la destinazione, dove il viaggiatore si reca per scattarsi un selfie o per poter depennare la visita dal proprio elenco di cose da vedere, ma si concentra sulle esperienze che può vivere il viaggiatore.
Oltre alle visite nei luoghi più popolari, vengono combinate delle attività che mettono in contatto diretto il viaggiatore con la popolazione locale, per vivere le tradizioni, la cultura e le arti del proprio paese, in un contrasto forse un po’ forte, ma sicuramente autentico, lontano dal concetto del viaggio delle riviste in copertina patinata che però potrebbero apparire vuote, di plastica.
Il moderno viaggiatore cerca questa tipologia di viaggio per esplorare davvero nuove culture e nuovi mondi, per uscire dalla propria comfort zone e osare un po’, per vivere esperienze forti, da poter ricordare a lungo e che arricchiscono il proprio bagaglio culturale ed esperienziale.
Un viaggio del genere spinge il viaggiatore anche a riconsiderare sé stesso, in relazione a ciò che si è vissuto, alle tante esperienze fatte, favorendo una maggiore consapevolezza. Sicuramente un’esperienza che resterà viva a lungo nella memoria.
Nel mondo d’oggi viaggiare non è complicato, si possono infatti raggiungere terre lontane in modo piuttosto agevole con delle spese tutt’altro che proibitive, utilizzando app o servizi che semplificano questi processi.
Nonostante tutto per vivere delle esperienze di turismo consapevole è ancora necessario affidarsi a validi tour operator locali che sono radicati nel territorio e che possono organizzare queste attività facendo scoprire i luoghi, le popolazioni e le relative usanze nel modo più approfondito possibile e facendo percepire quelle emozioni e quelle vibrazioni che rendono ogni territorio unico nel suo genere.
I principi alla base del “turismo responsabile”
Questa tipologia di viaggio come si è detto è un modo diverso di viaggiare e riesce a mettere in relazione l’ospite e l’ospitato, una formula innovativa che a lungo termine può ridurre le diseguaglianze.
L’ONU infatti per favorire questa tipologia di turismo ha definito il 2017 Anno Internazionale del Turismo Sostenibile per lo Sviluppo.
La risoluzione dell’ONU riconosce “l’importanza del turismo internazionale, e in particolare la designazione di un anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo, per promuovere una migliore comprensione tra i popoli in tutto il mondo, nel condurre ad una maggiore consapevolezza del ricco patrimonio di varie civiltà e al raggiungimento di un migliore apprezzamento dei valori intrinseci di culture diverse, contribuendo così al rafforzamento della pace nel mondo”.
Il concetto di sostenibilità, secondo l’ONU, abbraccia 3 ambiti differenti, ovvero quello economico, quello sociale e quello ambientale: la convivenza tra questi tre aspetti è in grado di generare dei preziosi circoli virtuosi, i medesimi a cui si ispira, appunto, il turismo consapevole.
Su cosa si fonda il turismo consapevole
All’atto pratico, questo tipo di turismo si fonda sull’organizzazione di viaggi in territori che si prestano particolarmente bene ad esperienze simili. Una case history chiara ci viene fornita da consciusjourneys.com, dove è possibile trovare tanti itinerari che includono attività di turismo consapevole in destinazioni quali l’India, la Birmania, lo Sri Lanka, la Thailandia, il Bhutan e la Malesia.
Tour Operator come questi riescono a rendere “consapevole” l’esperienza turistica anche tramite l’accurata scelta della struttura ricettiva, delle attività da svolgere, del valido supporto di mediatori culturali e di tanti altri aspetti ancora, senza trascurare gli importantissimi principi di sostenibilità sociale ed ambientale e di coinvolgimento delle comunità locali; autentici punti di forza di tali viaggi sono, inoltre, le partnership con associazioni, ONG e altri enti il cui coinvolgimento sa rendere l’esperienza ben diversa rispetto a quella del turismo comunemente inteso.
Ci sono tutte le premesse affinché questo tipo di turismo possa diffondersi sempre più: in un periodo storico in cui tutto è agevole, in cui il turista può organizzare la sua vacanza con straordinaria praticità e cura del dettaglio, ciò che più manca è proprio la componente esperienziale, quel “quid” in grado di rendere il viaggio un qualcosa di profondo in termini di contatto con le popolazioni locali, di scoperta dei territori visitati, ed esplorazione della propria coscienza.