E(li's)booksAzzorre di Cecilia Giampaoli. Anteprima

Una storia vera. Un reportage di viaggio che diventa un romanzo disarmante. Alla ricerca di una verità salvifica, liberatoria.

Esce oggi Azzorre di Cecilia Giampaoli

Il libro

Azzorre racconta una storia vera, nel 1989 un aereo partito da Bergamo, con 144 persone a bordo, si schianta su una montagna delle isole Azzorre. Cecilia Giampaoli, perde il padre nel disastro, aveva 6 anni. Dopo 25 anni parte da sola per l’arcipelago. Qui incontra diverse persone, alcune legate all’incidente in qualità di isolani, altre direttamente coinvolte e finisce per toccare dolorosamente le cicatrici del lutto mettendo in discussione il concetto stesso di verità.

La mia lettura

Fare i conti con un lutto non è facile per nessuno, se a morire è un genitore in un disastro aereo e il figlio, in questo caso la figlia, è solo una bambina, le cose si complicano perché da piccoli i traumi vengono interiorizzati  e superati diversamente, con questo libro Cecilia cerca di creare le condizioni per vivere finalmente fino in fondo la sua perdita.

Azzorre è un racconto lucido, pacato, l’autrice fa un viaggio sui luoghi del disastro aereo, un viaggio che diventa soprattutto interiore, sente forte la necessità di interrogarsi, di “evacuare” quel senso di impotenza generata da una perdita importante, la sua “pretesa” di giustizia è emozionale, deve necessariamente ricostruire alcuni sentimenti che il lutto ha “destrutturato”, non è a caccia di colpevoli o in cerca di vendetta tardiva.

“ […] l’aereo vira ed ecco la mia isola. La montagna al centro e i boschi intorno, grandi campi bruni e poche case, l’aeroporto, la torre di controllo e la pista su cui l’aereo di mio padre non è mai atterrato. Arrivare su quest’isola è farsi prendere dal vento.”

Ho trovato molto belle le parole che Cecilia dedica a sua madre, lei e sua sorella al momento della tragedia erano piccole, hanno vissuto il lutto per interposta persona, tramite quella madre, donna apparentemente fragile, che pure è riuscita a reagire assicurando alle figlie una vita serena.

E’ rimasta un mese sull’isola Cecilia, ha imparato a conoscerla e ad apprezzarla senza trasformarla in un posto “maledetto”, ha trovato chi l’ha aiutata a comprendere, chi ha condiviso la sua pena mai estinta, chi l’ha accompagnata nel tragitto verso l’elaborazione.

“Mio padre amava l’estate e d’inverno la inseguiva cercando un posto caldo in cui trascorrere un paio di settimane di vacanza. […] Ricordo numero 14, il più brutto: lui che dice che forse non parte e a me un po’ dispiace, perché quando torna mi porta sempre dei regali bellissimi.

Mi sono sentita in colpa per la questione dei regali, mi vergogno ancora per essere stata così egoista. […]

A lungo ho pensato che fosse un po’ colpa mia, che mio padre avesse deciso di partire per trovare altri giocattoli, belli come l’aquilone che aveva preso per me in Thailandia.”

Il coraggio di vivere, questo ha cercato Cecilia indagando il suo dolore, il racconto dell’incontro con l’uomo che durante quel maledetto volo era alla torre di controllo le fa scrivere:

Questa storia è un animale enorme e nero seduto senza grazia sulla vita di entrambi, uno zoccolo sulla mia infanzia, un ginocchio sulla sua giovinezza.”

Una bella testimonianza dove gli unici sentimenti che emergono sono l’amore, la pietas, la comprensione.

Azzorre di Cecilia Giampaoli – Neo edizioni pp 162 € 14,00 brossura

 

 

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