Punti di vistaMa don Milani avrebbe amato la didattica a distanza?

Immaginare le reazioni del prete di Barbiana alle vicende scolastiche degli ultimi mesi

Un’amica mi scrive che secondo lei don Milani non avrebbe amato la didattica a distanza. La sua perplessità diventa per me una domanda: l’avrebbe amata?

Non risponderò con presunzione per conto di chi non c’è più, eppure, avendo letto molte delle sue lettere private, provo a immaginare alcune sue re-azioni (letteralmente: emozioni generatrici di azioni) di fronte alle vicende di questi mesi.

1. Si sarebbe incazzato da morire per quei pochi rimasti fuori dal gioco per problemi di connettività o per trascuratezza delle famiglie, come è accaduto nelle scorse settimane a tanti ragazzi, in particolar modo stranieri. E forse avrebbe acquistato di tasca propria qualche modem, pc e avrebbe scritto qualche lettera pubblica per rivendicarne il diritto.

2. Non avrebbe fatto la Dad? Il primo pomeriggio di sospensione si sarebbe precipitato a scaricare Zoom, Google Meet, Microsoft e tutte le app possibili pur di non far passare mezza giornata senza vederli e sentirli. Lockdown il 4 marzo? Avrebbe fatto lezione a distanza non il 5, ma il 4 pomeriggio, tanta era la sua “fame” di rapporti. La sua tensione comunicativa non ha escluso alcun medium (giornali, riviste, editoria, lettere… aveva persino inventato la “lettera collettiva” dei ragazzi), ve lo immaginate a fare prediche sull’assenza del contatto fisico? Ve lo immaginate bloccato dall’ideologia del “ma non è la stessa cosa” e non, invece, proteso a incontrarli e a darsi con tutti i mezzi?

3. Si sarebbe accontentato? L’avrebbe idolatrata? Certo che no. Anzi, nell’attesa spasmodica di rivedere quei ragazzi, avrebbe forse commesso qualche piccolo atto di “disobbedienza” (chi più di lui?) alle regole: un incontro dal vivo con rispetto delle distanze.

4. Avrebbe continuato a usare gli strumenti di contatto a distanza anche dopo l’emergenza? Certo, per tutti gli studenti che erano lontani per lavoro e a cui scriveva valanghe di lettere.

5. E che dire dei tanti strumenti di condivisione in cloud, con possibilità di proposte e suggerimenti  correttivi (da Miro al più comune Google Docs)? Come avrebbe potuto demonizzarne l’utilizzo chi aveva avuto l’intuizione della scrittura condivisa e del feedback collettivo sull’efficacia espressiva delle singoli proposizioni dei testi coprodotti?

Una volta disse che se c’era un comandamento con cui doveva fare i conti più degli altri era il sesto (“Non commettere atti impuri). Don Milani peccava di troppo amore, e chi ama usa ogni mezzo, che resta mezzo ma acquista senso.

@pinosuriano