PromemoriaPetizioni e speranze prima degli esami

Tra petizioni di protesta e speranze , mezzo milione di studenti faranno gli esami di maturità. E le domande sul prossimo futuro sono ancora sul tappeto

Si avvicina  l’ora “zero” di un esame di  maturità che – comunque la si pensi – entrerà dritto dritto nei libri di storia e identificherà mezzo milione di studenti  maturandi come quelli del “2020”, quelli che lo fecero nel tempo del Covid (come nelle proteste del 68, dello sgomento per la morte di Aldo Moro nel 78, o come quelli del bug del 2000 ).

Paulo Coelho ammoniva: “se presterai attenzione al presente, potrai migliorarlo. E se migliorerai il presente, anche ciò che accadrà dopo sarà migliore” Per cui esiste un qui ed ora implacabile e suggestivo della storia anche per i nostri studenti prossimi all’esame. Comunque vada si sentano dentro  quegli strani destini del tempo del scorre nonostante i nostri meriti o le nostre colpe.  

 

Di certo è che sono stati cestinati i riti di passaggio (le varie notti prima, canzoni a tema in loop, bigliettini nascosti nelle cinture, formule ripetute come giaculatorie sussurrate a devozione etc) e domani si torna – straniti – in aule in cui si sono spesi anni di risate o di ansia da prestazione. Le domande e i tormenti sono rimasti tutti lì tra la speranza di essere scuola in sicurezza e le inquietudini del covid che va e viene nel mondo senza chiedere il permesso, senza preavvisi.

Tutti i soggetti della scuola sorridono a denti molto stretti e c’è chi sostiene che bisognava andare cauti sopratutto in Lombardia, regione che mantiene una carica virale ancora significativa. Ne è nata una petizione anti-maturità in presenza organizzata dal sindacato autonomo  Gilda che – a suo tempo – non ha infatti sottoscritto il protocollo di sicurezza governo-sindacati confederali. La petizione ha raccolto oltre cinquemila firme, segno di una preoccupazione di molti lavoratori del comparto

 

Le regole anti-covid 

La maturità 2020 è  contraddistinta dalle regole del distanziamento stabilite dal Comitato Tecnico Scientifico. Tutti coloro che entreranno nelle scuole dovranno mostrare un’autodichiarazione che attesti il proprio stato di salute e soprattutto di non avere febbre oltre i 37,5° e di non trovarsi in quarantena.  All’ingresso degli edifici non sarà rilevata la temperatura corporea, né sarà obbligatorio portare i guanti ma soltanto utilizzare i gel messi a disposizione dalle scuole. I maturandi non potranno presentarsi prima di 15 minuti dal proprio orale e appena finito dovranno andarsene per evitare gli assembramenti.  Anche negli istituti ci saranno percorsi segnalati e differenziati per l’entrata e l’uscita. Per ogni maturando non ci potrà essere più di un accompagnatore, segno che quest’anno al massimo un genitore potrà assistere all’esame. 

Tutti all’interno degli edifici scolastici dovranno mantenere una distanza di almeno due metri l’uno dall’altro: i commissari dovranno indossare sempre la mascherina, i maturandi, invece, potranno abbassarle durante il colloquio vero e proprio rimanendo a due metri di distanza dai commissari. 

Vedremo cosa diranno i veri protagonisti dell’esame ovvero gli studenti candidati. Nel valzer delle opinioni, essi ci tengono a dire che non si sentono, rispetto agli anni precedenti, dei privilegiati, quelli dell’esame fuffa. Anzi, per loro sarà difficile una cifra e alta è la cifra delle risorse da mettere in campo per una riforma seria del mondo della scuola. Che sia la volta buona per vedere fatti concreti e non parole al vento? 

 

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