Reddito Energetico: dopo la povertà aboliamo anche la fisica

Reddito: basta la parola

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All’inizio fu il reddito di cittadinanza, di cui ormai sappiamo tutto se non altro per sentito dire. Poi arrivò il coronacoso, e venne fuori il reddito di emergenza, che solo pochi acuti filologi della sovvenzione pubblica riescono a distinguere da quello di cittadinanza, e solo se versati nella mistica del DCPM.

Ma mai avremmo sospettato che la smania reddituale dei geni che governano l’Italia in questo fortunatissimo 2020…

arrivasse fino al punto di coniare una nuova categoria di reddito – ossia fonte di felicità purché pubblica – per altri ancora: il reddito energetico.

Geni, appunto. Ora, prima che equivochiate – chessò una roba tipo che più mi agito energicamente e più sordi mi dà il governo – è meglio che sappiate che questa felicissima formulazione che sollecita istinti nobilissimi nel cittadino…

ha a che fare col fatto che il governo – sempre lui – vi dà dei soldi – che sono sempre i vostri ma sotto mentite spoglie – per installare dei pannelli solari. E siccome il governo, sempre lui, ha dato il superbonus del 110% sulle ristrutturazioni e in più ha consentito l’autoconsumo collettivo di energia autoprodotta, ecco che il reddito energetico genera quel meccanismo virtuoso che non solo contribuirà alla trasformazione green del nostro paese, ma anche alla costruzione del reddito di emergenza, che completerà il reddito di cittadinanza sublimandosi il tutto nel reddito definitivo. Quello che si trasforma ma non si distrugge. Quello il governo ti ridà indietro dopo che te l’ha tolto con le tasse.

Era facile risolvere la fame nel mondo. Bastava dare un reddito a tutti. Peccato non averci pensato prima.

A domani.

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