- Fanpage.it: Pizza Hut sull’orlo del fallimento, il colosso Usa travolto da debiti dopo la crisi coronavirus
- Huffingtonpost.it: Pizza Hut chiude. Dopo 60 anni e 18 mila ristoranti lo storico marchio dichiara bancarotta
- La Stampa.it: Pizza Hut, travolta dal coronavirus, deve ricorrere in Usa all’amministrazione controllata
- Agi.it: Il Covid si mangia Pizza Hut, il colosso americano dichiara bancarotta
Questi sono solo alcuni dei titoli comparsi nelle scorse ore nalla galassia italiana dei siti di informaizone riguardo la vicenda che ha coinvolto il marchio Pizza Hut, ma se proviamo a spostare il nostro sguardo:
- Forbes. com: Pizza Hut’s Biggest Franchisee Declares Bankruptcy
- Businessinsider.com: The largest fast-food franchisee in America, which owns 1,600 Pizza Hut and Wendy’s locations, files for bankruptcy
- CNBC.com: Pizza Hut’s largest U.S. franchisee files for Chapter 11 bankruptcy
Ora mi sorge qualche domanda: il giornalismo italiano ha problemi con l’inglese o con l’onestà intellettuale? Il problema è che bisogna sempre e solo fare titoli sensazionalistici da osteria (o da pizzeria) per acchiappare click? Oppure è semplice ingnoranza rispetto il mondo del franchising per cui non si sa distinguere un franchisor da un franchisee?
Per la cronaca: no, Pizza Hut non chiude. Ciò che è successo è che il più grande franchisee (ovvero un’azienda che ne utilizza il marchio in virtù di un contratto di franchising) degli Stati Uniti ha presentato istanza di fallimento.
NPC International, questo il nome dell’azienda franchisee, ovvero una società che possiede e gestisce oltre 1.200 Pizza Hut e quasi 400 ristoranti Wendy’s ha presentato istanza di fallimento presso il Texas Southern Bankruptcy Court e non vi è evidenza che la causa sia il coronaviurs come sostengono i giornali italofoni, anzi, il gruppo ha problemi finanziari da anni.
Oggi i punti vendita Pizza Hut nel mondo sono più di 18.700 ed il marchio appartiene al gruppo Yum! Brands insieme a KFC, Taco Bell e The Habit Burger Grill.
Certo Yum! Brands non avendo punti vendita a marchio Pizza Hut in Italia può infischiarsene di come i “giornalisti” italiani trattino la vicenda ma questo modo di comunicare quanto male può fare all’economia italiana? La rende inospitale per qualsiasi tipo di investimento, estero e non solo, e per chiunque voglia attivare un sistema di franchising in Italia, modello che, in forza delle economie di scale che riesce a fare, dovrebbe essere invece incentivato in un periodo storico dove il controllo dei costi diventa vitale per la sopravvivenza delle aziende.
Pizza Hut è viva, chi non sta tanto bene è un certo tipo di giornalismo.