Al netto dei bug riscontrati (ci può stare) e di alcuni limiti come il mancato supporto delle vecchie versioni IOS e Android (anche qua potrei anche capire), il problema – in termini di marketing – oltre che nella “p” del prodotto è sostanzialmente da evidenziare nella così detta “p” della promozione.
L’obiettivo è ambizioso, far scaricare a tutta Italia tale applicazione.
Siamo circa 60 milioni di residenti, di cui il 13% sono giovani sotto i 14 anni ed il 23% sono persone sopra il 64 anni.
Ammesso e non concesso che vogliamo focalizzarci su un pubblico che escluda i giovanissimi e le persone più avanti con gli anni, il target su cui concentrarsi potrebbe essere il 64% dei residenti, quindi circa 38 milioni di persone.
Anche portando i numeri al ribasso è palese che i 7 milioni di download (anche qui, ammesso e non concesso), sono una cifra irrisoria che renderebbero l’obiettivo del progetto Immuni di fatto fallito.
Dunque, cosa fare?
In tal caso entra in gioco la psicologia sociale e nella fattispecie gli insegnamenti di Robert Cialdini, docente di Marketing presso l’Arizona State University.
Cialdini nel libro “Le Armi della Persuasione” teorizza il “principio di reciprocità“.
Premesso che il testo ha un approccio scientifico agli studi di sociologia/psicologia/comunicazione e nulla ha a che vedere con la pseudoscienza della PNL, parliamo di un lavoro che nei limiti delle scienze che non possono essere catalogate come dure (es. la matematica) ha un valore incredibile per gli addetti del settore, se consideriamo che buona parte delle strategie di marketing/comunicazione – sia offline che online – si basano su questo testo.
Tanto per intenderci, le promozioni nei centri commerciali, gli e-commerce come Amazon e le varie pubblicità che vediamo sui social, etc. spesso e volentieri hanno come base gli studi di Cialdini.
Adesso, ritorniamo al “principio di reciprocità”
Ti chiedo online dei dati, come per esempio l’e-mail, per incentivarti a rilasciarmi la tua mail ti regalo qualcosa (una video lezione, un e-book, un buono sconto, etc.).
Questo principio, in verità è ben più ampio e ha anche altre applicazioni ma se vogliamo sintetizzarlo, dobbiamo tenere a mente una cosa: quando chiediamo agli altri gratuitamente qualcosa, regaliamo sempre prima noi qualcosa.
[*per chi vuole approfondire le potenzialità dell’uso del GRATIS, esiste l’omonimo libro di Chris Anderson]
Come si potrebbe applicare questo principio ad Immuni?
Semplice, fai in modo che le persone che useranno l’app possano poi ricevere un piccolo beneficio come un buono sconto (ma non solo, gli applicativi potrebbero essere molteplici).
Casi di studio:
1) la Doxa S.p.A., una delle società di ricerche di mercato tra le più importanti che abbiamo in Italia, qualche tempo fa diede vita al progetto/app Doxa Mater; per incentivare le persone ad usare l’app, alla fine di ogni mese e se e solo se l’app avesse funzionato sul dispositivo in modo continuativo, veniva rilasciato un buono Amazon di 5 euro.
2) Le macchinette per il riciclo della plastica. Le vidi per la prima volta a Berlino oltre 10 anni fa, di recente le vedo sempre più spesso anche in Italia. Porti un tot di bottiglie di plastica alla macchinetta e questa ti rilascia un piccolo buono da spendere al supermercato.
In questi due casi è palese il principio di reciprocità che si potrebbe applicare anche ad Immuni.
Ti chiedo di scaricare l’app o di raccogliere la plastica? Bene, tu fai qualcosa per me ed io ti riservo una piccola ricompensa per te.
Qualcuno potrebbe dire “ma la ricompensa sarebbe il beneficio per la società, l’impatto sociale, ci vuole il senso della cosa pubblica, etc.“… ok, purtroppo non basta.
Non ci si può basare solo sul senso civico e di responsabilità delle persone (e proprio durante questa pandemia lo stiamo vedendo).
Se da un lato hai tante persone con un alto senso civico, dall’altro hai tanta gente che non lo tiene per niente.
Detto ciò, è assurdo vedere il solito atteggiamento snob nel dire “noi siamo i giusti, le cose non funzionano per colpa degli altri“.
Per carità, il mondo è fatto di tanti negazionisti, complottisti e teste di ***** di ogni tipo ma ciò non deve essere per noi “giusti”(?) un alibi per nascondere le nostre mancanze, perché se siamo nel nostro campo (qualsiasi esso sia) dei professionisti, i nostri begli appellativi devono essere onorati sempre, anche al netto di tutte le difficoltà di questo mondo.