Questo anniversario non ci voleva proprio. Questi 150 anni cadono evidentemente nell’anno sbagliato. Sarà la crisi economica che non è del tutto finita o forse il federalismo che fa una gran fatica a iniziare: sta di fatto che il 150esimo che si celebra il 17 marzo per espressa volontà del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si avvicina tra litigi, mugugni e fastidi. A manifestare il loro entusiasmo sono stati, tra i più eminenti, la presidente della Confidustria Emma Marcegaglia, il ministro Roberto Calderoli, la ministra dell’istruzione Mariastella Gelmini. Non parliamo poi del governatore del Veneto Luca Zaia che ha detto che «ci son problemi ben più importanti». Avendo almeno l’onestà di riconoscere che per lui l’Unità è proprio un problema.
Tutti iscritti, insomma, al partito del «celebrare lavorando», motto che lascia perplessi o arrabbiati lavoratori, cittadini con un certo senso di appartenenza nazionale e sindacati. Il giorno della nascita de Linkiesta abbiamo affidato a David Bidussa una riflessione su quale data faccia da collante per l’identità nazionale. Da quell’analisi appare chiaro che una data condivisa non c’è e questo 17 marzo fosse un omaggio dovuto ma per nulla sentito.
Oggi poi le domande di alcuni nostri attenti lettori ci hanno sollecitato una curiosità collegata al tema: e abbiamo scoperto che né su Twitter né su Facebook ci sono pagine o canali ufficiali aperti per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Su Twitter l’unico canale aperto riferisce delle manifestazioni organizzate da Torino, prima capitale d’Italia, mentre su Facebook i primi risultati portano a piccoli editori bravi a raccogliere l’assenza (virtuale e reale) delle istituzioni politiche.
E non abbiamo ben capito se sia colpa del basso grado di coscienza telematica dei dicasteri del sottosegretario Gianni Letta (incaricato ufficialmente delle celebrazioni), Roberto Maroni e Michela Vittoria Brambilla o della poca voglia di festeggiare questa Unità. Che ha 150 anni e li dimostra tutti, tanto da non sapere che per esistere su Facebook e Twitter bastano cinque minuti.