Cubano, 40enne, i Bush scommettono sull’Obama ispanico

Cubano, 40enne, i Bush scommettono sull’Obama ispanico

NEW YORK – La ricreazione è finita. Jeb Bush, esponente della famiglia repubblicana più importante d’America, ha impartito la sua benedizione a Mitt Romney fresco della solida vittoria nelle elezioni primarie nell’Illinois, tentando di ricompattare il partito attorno al candidato meno peggio. «Basta baruffe», ha detto in sostanza l’ex governatore della Florida Jeb Bush richiamando all’ordine quegli scalmanati dell’ultraconservatore Rick Santorum, il focoso Newt Gingrich e l’irriducibile deputato del Texas Ron Paul. «Ora il candidato ce l’abbiamo; adoperiamoci per sostenere il suo messaggio improntato al conservatorismo fiscale e alla creazione di posti di lavoro».

Poi Bush junior, figlio e fratello di presidenti degli Stati Uniti, proprio ieri, ha anche consigliato a Romney chi dovrebbe essere il suo vice nella corsa alla Casa Bianca: il senatore della Florida Marco Rubio, quello che in molti hanno definito l’Obama ispanico. Figlio di un barista e di una donna delle pulizie arrivati a Miami da Cuba negli anni ‘50, il quarantenne Rubio, laurea in legge e sfegatato fan della squadra di football Miami Dolphins, è un oratore coinvolgente. Sia pure ondivago a livello religioso (prima cattolico poi mormone poi di nuovo cattolico) è considerato per usare le parole di Bush «un uomo di famiglia dai sani principi». Rubio ha quattro figli ed è sposato con Jeanette Dousdebes, avvenente ex cheerleader dei Miami Dolphins appunto. Entrato in senato nel gennaio 2011, Rubio è già un esperto di politica estera: lo scorso agosto ha pronunciato un discorso molto ben accolto alla Reagan Library. E tra i notabili del partito repubblicano sono in molti a ritenere che questa giovane star repubblicana possa infondere una sferzata di energia alla soporifera campagna elettorale dell’ex governatore del Massachusetts.

«Certamente Rubio potrebbe avvantaggiare Romney in Florida, uno stato storicamente in bilico tra repubblicani e democratici; Rubio è stimato ed è cubano, espressione del gruppo ispanico piu’ influente in Florida», spiega a Linkiesta Carol Wise, docente di politica alla University of Southern Calfornia. «Ma dubito che Rubio riesca ad appassionare i latinos su scala nazionale. Qui in California, per esempio, gli ispanici votano prevalentemente per il partito democratico, se ne infischiano se Rubio è cubano».

Gli altri nomi più ricorrenti per l’accoppiata con Romney sono il governatore del New Jersey Chris Christie (dopo l’endorsement all’ex governatore del Massachusetts lo ha sostenuto a testa bassa), il governatore della Virginia Bob McDonnell (che però essendo bianco e di bell’aspetto è troppo simile a Romney), la governatrice del New Mexico Susana Martinez (la prima donna ispanica a ricoprire la carica di governatore) o quella della Carolina del Sud Nikki Haley (beniamina del movimento Tea Party e quindi vicina alla base del partito).

E poi ci sarebbe Rick Santorum, il rivale più tignoso e sorprendente di queste elezioni primarie. Santorum ha dimostrato dall’Iowa al Tennessee passando per il Colorado di saper farsi ascoltare dagli evangelici, dai conservatori sui temi sociali e dagli operai che votano repubblicano. Tutta gente che non nutre un’ammirazione sperticata per l’algido businessman mormone Romney. Ma l’italo-americano con le sue posizioni inflessibili per esempio su aborto e omosessualità, potrebbe sottrarre a Romney molti voti nell’area degli elettori centristi e tra gli indecisi. E una serie di sconfitte politiche che costellano il suo passato, come la de’bacle alle elezioni per la riconferma in senato, verrebbe evidenziata fino alla noia dai media gettando cosi’ sabbia nell’ingranaggio della campagna elettorale di Romney. 

Insomma, considerate tutte le opzioni, il consiglio di Bush junior sembra il piu’ azzeccato: Marco Rubio. Nessuna personalità potrebbe creare attorno a Romney tanto entusiasmo. Forse l’unico problema a questo riguardo è quello che segnalava ieri Erick Erickson del blog conservatore Redstate sull’Atlantic Monthly: «Rubio, astro nascente del partito, rischierebbe di oscurare il fragile Romney, e proprio per questo potrebbe non essere scelto come candidato alla vicepresidenza». 

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