Succede a Berlino. Non ad Atene, Roma o Madrid. Alla faccia della sbandierata puntualità e precisione teutonica, ora slitterà a data da definirsi l’inaugurazione del nuovo scalo internazionale della capitale federale. Si tratta del terzo rinvio in due anni. Dietro a questi ritardi ben poco lusinghieri, racconta il Financial Times di oggi, ci sarebbe la difficoltà di finanziare gli extracosti, pari a ben 1,17 miliardi di euro su un budget di 3,1 miliardi. Soltanto tre mesi fa, scrive il quotidiano della City, il comitato di sorveglianza dell’aeroporto, presieduto dal sindaco della città, il socialdemocratico Klaus Wowereit, aveva spostato il tradizionale taglio del nastro dallo scorso giugno al marzo 2013, dopo che il sistema antincendio non aveva superato il collaudo. Per la cronaca, la tabella di marcia originaria prevedeva i primi decolli nel novembre 2011.
Il “Brandeburg international airport” sta diventando un vero e proprio incubo per i politici berlinesi. Il motivo è semplice: l’unica strada percorribile per recuperare i quasi 1,2 miliardi necessari al completamento dell’opera è aumentare le tasse ai cittadini della città-Stato Berlino e del Brandeburgo, lo Stato federale che la circonda. Il deficit di Berlino è già alto e i finanziamenti da parte del Governo federale sono già elevati, per questo ulteriori stanziamenti non troverebbero il favore di Wofgang Schauble, il potente ministro delle Finanze di Angela Merkel. «Non possiamo permettere che Berlino trasferisca questi costi sul governo federale», ha detto senza troppi giri di parole Rainer Bruderle, leader dei liberaldemocratici dell’Fdp.
Una gestione dozzinale, insomma. Tanto che le compagnie aeree, pronte a trasferirsi nel nuovo scintillante hub, si sono dette danneggiate dall’attuale board chiedendone le dimissioni. La più colpita di tutte è Air Berlin, principale vettore di e per la città, che ha iscritto a bilancio una perdita di 169,2 milioni di euro, indicando i continui rinvii del nuovo hub tra i fattori che hanno contribuito al rosso. Il sindaco Wowereit, intanto, pare non stia passando dei bei momenti. Ieri, la riunione fiume del comitato di supervisione, andata avanti fino a notte inoltrata, non ha portato ad alcun risultato tangibile: sebbene il risultato raggiunto tavolo aperto con lo stato di Brandeburgo, il governo e la città sia un accordo su un aumento di capitale attraverso dei prestiti ponte, non è chiaro né l’ammontare né – soprattutto – se la Commissione europea darà il via libera. I nuovi capitali freschi potrebbero infatti configurarsi come aiuti di Stato.
Tuttavia, bisogna agire in fretta: ogni mese di ritardo costa alle casse cittadine ben 100 milioni di euro. Inevitabili, vista la situazione, gli sfottò sull’ultima dichiarazione di Wowereit, che ha proposto la candidatura di Berlino per ospitare i giochi olimpici del 2024. Chissà, si chiedono i berlinesi, se per allora l’aeroporto sarà finalmente pronto.