Il mancato invito del ministro Elsa Fornero alle feste Pd apre un caso nel partito di Pierluigi Bersani. La titolare del Welfare è stata ignorata dagli organizzatori della manifestazione nazionale in corso a Reggio Emilia. E con ogni probabilità salterà anche l’appuntamento di Torino – la sua città, dove nel recente passato è stata anche consigliere comunale con una lista civica di centrosinistra – al via il prossimo venerdì. Nessun invito, nessun dibattito.
Il Partito democratico accoglie volentieri tanti ministri del governo Monti (saranno sette in Emilia, almeno due nel capoluogo piemontese). Ma censura Elsa Fornero. Non ci sono sviste. Il ministro che ha promosso la riforma delle pensioni e quella del mercato del lavoro è troppo distante dalla linea del partito. Come Antonio Di Pietro e la Fiom, forse, altri illustri ospiti mancati. A confermare la scelta è stato il responsabile economico del Pd Stefano Fassina. «Non c’è niente di personale – le sue parole in un’intervista a La Stampa – È stata fatta una valutazione dalla segreteria del partito. C’è una questione politica. Con lei c’è stata difficoltà di dialogo in questi mesi sul drammatico problema degli esodati». E così, per punizione, nessun invito. Nonostante il tema del lavoro – di cui Elsa Fornero è al momento il massimo rappresentante istituzionale – sia uno degli argomenti più vicini al Partito democratico.
Nel partito di Bersani non tutti sono d’accordo. Il primo ad alzare la voce è stato il responsabile Università e Ricerca Marco Meloni, esponente lettiano della segreteria Pd. Ieri Meloni non ha nascosto «lo stupore e la preoccupazione» per la scelta degli organizzatori dei due appuntamenti. Smentendo il collega Fassina: «La segreteria non ha mai affrontato la questione. Nessun dissenso politico giustifica un ostracismo di questa natura». Una presa di posizione non banale. Oltre a scusarsi «come componente della segreteria Pd», in queste ore Meloni – presente a Reggio Emilia dove staserà si confronterà con il ministro Profumo – sta cercando il modo di riuscire a invitare in extremis la titolare del Welfare.
Intanto nel Pd inizia il percorso di avvicinamento alle primarie. Entro un paio di settimane partirà il lungo tour elettorale di Matteo Renzi, probabilmente il principale avversario di Pierluigi Bersani per la guida del partito. Non è difficile immaginare che nel confronto tra i due possa trovare spazio anche questa vicenda. Il tema del lavoro è uno dei più caratterizzanti. «Su questo argomento emergono le maggiori differenze tra Renzi e Bersani» raccontano dallo staff del sindaco fiorentino. «Per carità, Elsa Fornero non è il nostro riferimento politico» spiegano ancora. Ma non è un mistero che Matteo Renzi abbia sempre considerato più di sinistra Pietro Ichino rispetto a Stefano Fassina. Senza contare che solo poche settimane fa, il sindaco rottamatore è finito al centro di un’analoga polemica. Non invitato alla festa del Pd bolognese («ma solo perché non abbiamo trovato un dibattito adatto» si è giustificata in un secondo momento l’organizzazione).
Se Renzi non parla, i suoi uomini sembrano avere le idee chiare sulla vicenda. La censura di Elsa Fornero è stata un errore. Nel Partito democratico che immagina il sindaco rottamatore le occasioni di confronto non dovranno mai mancare. Giuliano Da Empoli, ex assessore fiorentino alla Cultura, in questi giorni è impegnato a “studiare” il programma elettorale di Renzi. «Escludere a prescindere interlocutori indispensabili come il ministro Fornero – racconta al telefono – è una scelta sbagliata. Non capisco come il partito non abbia trovato il modo di coinvolgerla. Personalmente, poi, ho anche un margine di condivisione per le riforme che Elsa Fornero ha portato avanti. Ecco perché ritengo ingiustificabile il suo mancato invito». Tra i collaboratori più stretti di Renzi c’è Matteo Richetti. Il presidente dell’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna vede il sindaco almeno una volta a settimana per mettere a punto il programma. «Qualcuno ha detto che si invitano alle feste Pd solo le persone con cui si ha feeling – il suo commento – È una frase che si commenta da sola».
Diverso il ruolo di Ermete Realacci. Uno dei pochi dirigenti Pd vicini al sindaco Renzi. «Siamo amici da tempo» spiega. Costretto a saltare la festa nazionale di Reggio Emilia – avrebbe dovuto confrontarsi con il ministro Clini sulla Green Economy ma ha avuto un piccolo incidente in vacanza – anche Realacci boccia la linea Fassina. «Di solito – racconta il deputato – le feste di partito servono anche per confrontarsi con chi la pensa diversamente. Mi ha fatto piacere, ad esempio, che a Reggio è stato invitato il sindaco di Parma del Movimento 5 Stelle (Federico Pizzarotti, ndr)». Un grillino sì e la Forneno no? «Io l’avrei sicuramente invitata. Al di là della condivisione di tutte le riforme portate avanti da questo governo, la sua presenza sarebbe stata opportuna».
Salvatore Vassallo, costituzionalista e deputato Pd, non è organico al mondo renziano. Eppure ultimamente si è avvicinato al sindaco di Firenze. «Possiamo dire che non sono sicuramente tra gli antipatizzanti». La sua posizione è simile. «Se il mancato invito di Elsa Fornero non è una coincidenza, rappresenta sicuramente un errore. È il ministro di un governo che noi sosteniamo in Parlamento. Un ministro che si è sempre assunto la proprie responsabilità, anche pesanti. Ha commesso errori, ad esempio in materia di esodati, ma è certamente un nostro prezioso interlocutore».