Crescono i poveri in Europa, ma gli aiuti dell’Ue calano di 140 milioni

Crescono i poveri in Europa, ma gli aiuti dell’Ue calano di 140 milioni

Secondo gli ultimi dati dell’Unione europea, circa 40 milioni di cittadini comunitari vivono in stato di grave miseria. Il loro numero, in calo tra il 2005 e il 2008, ha ripreso a crescere con la crisi. Cresce anche il numero delle persone a rischio povertà: sono circa 120 milioni, quasi un quarto della popolazione dell’Unione. Quello che rischia di non crescere ma, anzi, di calare è la quantità di milioni di euro che la Ue stanzia per gli indigenti, per quelli che senza aiuto statale patiscono la fame.

Il 24 ottobre la Commissione europea ha diffuso la propria proposta di istituire un “Fondo per un aiuto europeo ai più svantaggiati”, allo scopo di assistere le persone che versano in condizione di estrema povertà. Tale fondo dovrebbe essere dotato di un bilancio di 2,5 miliardi per il settennato 2014-2020 e avrà il compito di finanziare all’85% i programmi dei singoli Stati di contrasto all’indigenza. Si tratta quindi di poco meno di 360 milioni di euro all’anno.

Quel che finora non è emerso, è che il nuovo fondo va a sostituire un suo diretto predecessore – il Food Distribution programme for the Most Deprived Persons of the Community (Mdp) – dotato di un bilancio di 500 milioni l’anno. Il MDP nasce nel 1987 con lo scopo di utilizzare le eccedenze alimentari del mercato agricolo europeo per la lotta alla povertà. Il suo bilancio è andato crescendo costantemente dai 100 milioni iniziali fino agli oltre 300 milioni del 2008. Con la crisi si è arrivati alla cifra record di 500 milioni del 2009, da allora in poi mantenuta.

Ma il MDP negli ultimi anni aveva cambiato natura. Da quando le nuove regole del mercato agricolo comune hanno portato a un calo degli accantonamenti nei magazzini, il fondo è stato costretto a comprare sul mercato il cibo da distribuire. Alcuni Paesi, Germania e Svezia in testa, hanno sottolineato come il MDP non fosse nato con tali poteri e hanno visto le proprie ragioni riconosciute dalla Corte di giustizia europea nel 2011. Il vecchio fondo andava smantellato.

Da qui è nata l’esigenza di creare un nuovo fondo permanente, non legato alla volatilità dei mercati agricoli, con nuovi poteri e che potesse garantire la continuità con il precedente. Si è previsto che il Mdp duri fino a fine 2013 – con altri 500 milioni di budget – e che il nuovo fondo per i più svantaggiati diventi operativo il primo gennaio 2014. Ma, come emerge dai dati, con circa 140 milioni di stanziamenti in meno da poter utilizzare ogni anno.

Fonti della Commissione sottolineano i progressi ottenuti da un punto di vista della qualità dello strumento, meno soggetto ai “capricci” degli Stati membri. Il Mdp ha infatti sempre sofferto l’ostilità degli Paesi del nord, più ricchi e con uno stato sociale funzionante, perché trasferiva soldi del bilancio comune ai Paesi del sud con un welfare inefficiente. Negli ultimi due anni gli Stati che più hanno beneficiato del Mdp sono stati l’Italia, con circa 100 milioni di euro l’anno, e la Spagna.

Il nuovo fondo dovrebbe essere al riparo da eventuali ricorsi, anche se mancano i dettagli per esserne certi. Quel che è certo è il problema quantitativo delle risorse stanziate. Se anche la crisi dovesse finire sui mercati nel 2013, gli effetti sul tessuto sociale europeo non svanirebbero che nel giro di anni. L’ingresso di nuovi Stati nell’Unione, spesso più poveri dei “soci” di vecchia data, ha reso ancor più necessario un aumento dei milioni a bilancio. Se questo non è possibile, che almeno non vengano diminuiti.
 

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