TRAPANI – C’è un politico, tra i 90 eletti all’Assemblea regionale siciliana del 28 ottobre scorso, affetto da una duplice forma di bulimia: elettorale e ‘contributiva’. Una “fame da bue” che gli ha fatto distribuire – pochi minuti prima di dimettersi da presidente della Provincia di Trapani – 881 mila e 150 euro, in contributi ad associazioni ed enti di vario genere. Si chiama Girolamo Turano, detto Mimmo, è di Alcamo, cittadina del trapanese, appartiene all’Udc, ha 47 anni ed è laureato in legge.
Le somme, non proprio noccioline, le ha elargite alle 21.30 del 30 agosto scorso. L’orario dell’addio, che campeggia nero su bianco nelle copie di delibera (rese note dal blog marsala.it), è utile, poiché l’incompatibilità tra la carica ricoperta e la corsa all’Ars l’avrebbe portato alle 23.50, della stessa notte, a rimettere il proprio mandato dalla carica di presidente della Provincia di Trapani. Quasi una corsa contro il tempo per approvare il listone (poco meno di 900 mila euro) di aiuti, da destinare ad associazioni, onlus, pro loco, parrocchie, diocesi e quant’altro, che hanno organizzato e organizzeranno spettacoli, sagre e festicciole varie nel 2012 e 2013.
Vediamo alcune delibere nel dettaglio: una distribuisce 357 mila euro a favore di 69 enti ed associazioni; un’altra da 99 mila (49 beneficiari); ancora una da 285 mila (dal fondo di riserva della provincia) ad altri 23 soggetti; un’altra da 59 mila 800 euro (a 10 enti che hanno organizzato spettacoli teatrali e cabaret), ed infine altri contributi per 80 mila 350 euro. Un vero e proprio fiume di elargizioni, più o meno importanti, che in pochi minuti hanno inondato il trapanese.
Tra i 357 mila euro di contributi spiccano: 50 mila euro per l’ottavo meeting internazionale dei pasticceri e cuochi a Paceco – piccolo centro alle porte del capoluogo trapanese – per la rassegna dell’enogastronomia siciliana; 40 mila euro per un workshop da tenersi a Pantelleria motivato come “attività finalizzate alla destagionalizzazione del turismo nelle isole minori”; 18 mila euro all’associazione culturale ‘Salviamo i mulini’ per la manifestazione ‘cum grano salis’; sette mila euro per la sagra della cassatella (dolce tipico del trapanese, a base di ricotta); 25 mila euro per il festival del jezz (si, avete letto bene, con la ‘e’) a favore del centro studi e ricerche, Nik La Rocca.
E come scordarsi di finanziare (20 mila euro) l’iniziativa ‘alla scoperta del pesce dimenticato’? La memoria è importante. Ma continuiamo con altre estrosità. La prima rassegna di ‘marce funebri’ di Salemi, nella sezione ‘eventi religiosi organizzati da bande musicali’, è stata ‘attenzionata’ – termine molto in voga nel vocabolario della politica italiana – con uno stanziamento di 3 mila euro. Pure il mondo cattolico riceve una certa considerazione (23 mila euro per 10 voci di spesa). Scorrendo la lista dei finanziamenti c’è un po’ di tutto: dai 6 mila euro per deporre sul fondo della baia di Cornino la ‘madonna di Custonaci’, ad alcune parrocchie che ricevono contributi per le feste patronali. La curia vescovile di Mazara del Vallo riceverà 20 mila euro; 35 mila all’associazione ‘Amici della salute’, e cosi via, fino ad arrivare a 285 mila euro, a 51 tra centri studi, associazioni, conventi, polisportive, opere di misericordia e pure ai ‘Papa boys’ (5 mila euro).
E qui veniamo alla seconda forma bulimica. In pochi mesi, infatti, Mimmo si è proposto in lungo e in largo al vaglio dei suoi indefessi elettori, anche se con alterni risultati. Trombato alla ricerca del terzo mandato consecutivo (era già stato ‘onorevole dal 1996 al 2008) al Parlamento siciliano (aprile 2008), dopo pochi mesi, il 15 giugno dello stesso anno, Turano approda alla presidenza della provincia di Trapani (130.917 preferenze ed il 65,79 % dei consensi). Dopo una lunga pausa di quasi quattro anni, per assenza di elezioni in giro a portata di tiro, Mimmo intravede – nella sua amata città d’origine, Alcamo – una nuova missione: si vota per eleggere il sindaco nella cittadina trapanese di (45.835 anime). Perché lasciarsi sfuggire una così ghiotta occasione. La candidatura, infatti è appetitosa più che mai: nessun obbligo di dimissioni preventive, dalla presidenza della provincia, per Turano. Stavolta, però, il nostro non ce la fa.
«Il vero cambiamento è proseguire sulla strada giusta». Recita così lo slogan sul web dell’ultima campagna elettorale di Turano, e non è una barzelletta. Qualcuno avrà pensato: ma allora intende proseguire con il mandato in Provincia? E, invece, no. Saltare un turno elettorale? Non sia mai. Uno scanno all’Ars? Certo. In barba al fatto che gli elettori, se ti mandano ad assumerti delle responsabilità, probabilmente vogliono che tu resti al tuo posto, fino alla scadenza naturale del mandato.
«Non è vero – ribatte a Linkiesta Girolamo Turano – che ho speso dei soldi mezz’ora prima di dimettermi. Io il 30 agosto ho chiuso otto mesi di lavoro alla Provincia». Non reputa un po’ strana la tempistica per l’approvazione di queste delibere a poche ore dalle sue dimissioni? «Non c’è nessuna tempistica sbagliata, in giunta abbiamo approvato il bilancio a marzo, il 5 luglio il Consiglio provinciale ha dato l’ok, e quindi prima ero impossibilitato nell’operare». Non le sembra un tradimento nei confronti dell’elettorato che l’ha delegato a guidare la Provincia il fatto che abbia abbandonato l’incarico per candidarsi alla Regione? «No e le spiego perché: hanno tradito gli ex presidenti della Provincia che si sono dimessi dopo un anno e mezzo per candidarsi ad altre elezioni. Io ho completato il mio mandato».
In realtà, mancava un altro anno alla scadenza naturale: «No, no, mancavano appena sei mesi, poiché si sarebbe dovuto votare nel mese di aprile 2013 ed io mi sono dimesso nel mese di agosto: sono sette mesi». Però lei si era candidato a maggio alle amministrative ad Alcamo e, quindi, per incompatibilità tra le due cariche avrebbe dovuto dimettersi, qualora fosse diventato sindaco, un anno prima della scadenza del mandato provinciale. «A me sembra una stortura legislativa, c’è una ‘vacatio legis’ (vuoto normativo, nda) in materia: avrei fatto entrambe le cose, fino a quando la legge me l’avrebbe consentito».
Dai documenti, allegati alle delibere, emergono voci quantomeno strane. Per esempio 40 mila euro per un workshop a Pantelleria. «No, quale workshop a Pantelleria! La pro loco dell’isola e gli albergatori mi hanno detto: noi abbiamo intenzione di invogliare i voli charter diretti su Pantelleria per far girare l’economia: io li ho sostenuti». Ma nel documento si parla di un workshop. «L’unica cosa che abbiamo approvato a Pantelleria e l’operazione di cui le ho parlato prima. Stia tranquillo che la somma di 40 mila euro è per quello che le ho detto». Un ultima cosa: quanto ha speso per la sua campagna elettorale? «Tra attacchini e manifesti, spot tv, depliant, fac-simili e un piccolo rinfresco in apertura di campagna elettorale con gli amici, avrò spesso abbondantemente sotto la soglia imposta dalla legge (30 mila euro, nda)».