Nell’Italia delle rivalità dei campanili (dove qualcuno anni fa ebbe da ridire sull’uso dell’espressione “Strage di Capaci” perché «il territorio in realtà è di Isola delle Femmine»), due comuni in provincia di Udine si sono fusi. Senza far clamore, mentre si svolgevano le primarie e batteva forte la pioggia. Ribelli? No, hanno ricevuto anche una lettera del Consigliere per le Autonomie della Presidenza della Repubblica con il messaggio di Napolitano dove si loda la fusione «perché può portare non soltanto a un risparmio di risorse economiche e umane, ma anche a un miglior funzionamento della macchina amministrativa». A quello del Presidente si è unito il plauso di Schifani e Fini, per lo stesso motivo.
Costituzionalmente il neo-comune è in regola: i municipi già in regime di unione per alcuni servizi possono tentare il grande salto. E così un referendum con il 95,07% di sì a Rivignano e il 72,9% di sì a Teor ha sancito l’unione dei due municipi, prima distanziati da tre chilometri, ora uniti dalla burocrazia. A Linkiesta racconta come è andata l’assessore Andrea Pertoldeo (Pdl): «Abbiamo chiesto uno studio preliminare per il nuovo piano regolatore. Tutti gli amministratori locali sono abituati a ignorare cosa c’è oltre i confini delle proprie mappe territoriali. Siamo rimasti sorpresi quando abbiamo visto finalmente questa mappa unita, sembrava un altro mondo».
Rivignano conta 4.084 elettori, a Teor sono la metà. Affluenza al 41,2%, hanno votato 2541 cittadini su un totale di 6.167. Sembrano pochi ma «erano compresi anche i moltissimi elettori che vivono all’estero, questa è una zona di forte migrazione dagli anni ’50, quindi l’affluenza in percentuale è più alta. Sotto la brutta giornata di pioggia hanno sofferto anche i gazebo delle primarie. Comunque anche l’astensione per il nostro referendum rappresenta una precisa posizione».
Rivignano, il comune più forte «che si è aggiudicato il municipio mentre l’ufficio tecnico resta a Teor», è il classico paese italiano diviso tra folklore e nuovi standard di vita. In un comunicato si legge che Rivignano è «caratterizzato dalla presenza di tanti ottimi ristoranti e da numerose manifestazioni enogastronomiche, storiche e culturali, alcune anche molto antiche, come la Fiera dei Santi, il grande mercato del 2 novembre. E sulla scia di questa plurisecolare tradizione pagana, recentemente l’Amministrazione comunale ha proposto il “Festival mondiale della Canzone Funebre”, che in breve ha assunto grande rilievo sulla stampa internazionale: un tentativo di esorcizzare questo evento imprescindibile accompagnando al pensiero per i defunti con un delicato sorriso o con una tenera riflessione».
Poi però si passa alla raccolta differenziata attiva da fine 2009: «Nel 2010 Rivignano, con il suo 83% di rifiuti riciclati, si è classificato 2° tra i 218 comuni della Regione Friuli Venezia Giulia, e uno tra i primi in Italia. Così la tassa rifiuti è stata diminuita del 2,5% nel 2010 e quest’anno sarà ulteriormente diminuita del 5%». Dal risparmio, non dal folklore, si arriva al referendum.
E adesso che succede? «Il comune nasce ufficialmente il 1 gennaio 2014. Sono previsti due commissari prefettizi che possono essere anche i due sindaci uscenti, ma la giunta comunque decade. Nella primavera del 2014 ci saranno le elezioni. Il nuovo comune farà il nuovo statuto». Perderà il lavoro? «Mah, per lo stipendio che prendiamo, 670 euro lordi, non si può parlare di lavoro, siamo tutti liberi professionisti, siamo in Comune per dare una mano».
Dove si risparmierà di più? «Intanto abbiamo chiesto 200 mila euro di contributo straordinario, previsto da legge regionale, da non restituire in caso non vada in porto la fusione, con cui abbiamo finanziato la campagna referendaria e il piano regolatore. Complessivamente ci sarà un risparmio di 70 mila euro degli amministratori che passano da 30 a 17. Trentamila mila euro verranno dalla riduzione dei revisori dei conti. Entro due anni comunque molti servizi sarebbero stati a rischio, per via della crisi. Abbiamo una sola figura all’anagrafe».
Via IV Novembre, via Vittorio Veneto, classici della toponomastica italiana. Come cambieranno le strade? «Per legge nazionale non ci possono essere due vie con lo stesso nome nello stesso comune. Così abbiamo stabilito che vince la via che ha più frontisti. La piazza di Rivignano, Piazza IV Novembre, dove tra l’altro abito, cambierà nome perché siamo in pochi residenti. Non sono io che ho fatto i conti di questa operazione ma se non ricordo male l’aggiornamento della toponomastica si aggira sui diecimila euro. Le carte d’identità invece non servirà cambiarle, andranno a scadere».
«La gente non ne vuole più sapere della politica, stimano solo amministratori locali. Tondo ci è stato molto vicino», conclude l’assessore Pertoldeo. Il presidente della Regione Fvg, Renzo Tondo (Pdl), candidato anche alle prossime regionali, ha sostenuto il referendum dicendo che è stata premiato il coraggio e la lungimiranza dei sindaci e degli amministratori locali, che hanno saputo costruire condivisione attorno al progetto di fusione: «Rivignano e Teor hanno aperto una strada alla razionalizzazione degli Enti locali». Spese di cui Tondo è tornato a parlare l’altro ieri in merito alla Finanziaria di fine anno: «Qualsiasi famiglia, qualsiasi impresa che si trovasse a fare i conti con il 20 per cento in meno deve ridefinire il proprio modo di vivere. La scarsità di risorse mette in condizioni di difficoltà: un miliardo in meno dall’inizio della legislatura su 7, non su 50, vuol dire davvero fare i conti».
Il presidente della Regione ha intenzione però di svincolarsi dal Pdl e lanciare la sua lista “Popolo del Fvg per Tondo Presidente”. Il motto è “Facciamo da soli”. In campagna elettorale la storia di Rivignano e Teor può diventare una Pontida al contrario.