La storica condanna per dolo eventuale per il rogo alla Thyssen inflitta all’amministratore delegato Harald Espenhahn è stata ribaltata in appello. Non fu un omicidio volontario, ma omicidio colposo con colpa cosciente. Così la pena a 16 anni e mezzo di carcere è stata ridotta a 10 anni. Grida e disperazione dei parenti delle vittime al momento del verdetto, con tanto di occupazione dell’aula. La corte d’Assise d’appello era presieduta dal giudice Gian Giacomo Sandrelli. Ha modificato anche le altre pene: 7 anni agli altri dirigenti del consiglio d’amministrazione, Gerald Priegnitz e Marco Pucci. Per il direttore dello stabilimento Raffaele Salerno, otto anni. Uno sconto di pena, peraltro già chiesto dall’accusa, è stato concesso al responsabile della sicurezza Cosimo Cafueri: 8 anni. Per Daniele Moroni, la cui pena era già stata più bassa in primo grado (10 anni e 10 mesi) ora gli anni sono 9. L’avvocato Enrico De Castiglione, grande esperto di infortunistica penale, ci aveva già spiegato, al tempo del primo grado come difficilmente quella condanna avrebbe retto ai gradi successivi. Ecco l’intervista dell’aprile 2011:
La Corte di Assise di Torino ha riconosciuto l’omicidio volontario con dolo eventuale per i sette morti del rogo alla Thyssenkrupp. L’amministratore delegato dell’azienda, Herald Espenhahn, è stato condannato a 16 anni e mezzo di reclusione.
Avvocato De Castiglione questo cambia tutto per il futuro nell’infortunistica penale?
No. È abbastanza difficile che questa sentenza possa ribaltare o mutare radicalmente le cose. Una condanna di questo tipo potrà comunque spingere a procedimenti simili solo in caso di gravissime mancanze volute. Io non conosco le carte di questo processo e non posso esprimermi in materia, ma in generale si deve essere trattato di un caso peculiarissimo. L’incidente risale al dicembre del 2007 e in questi tre anni ne ho visti di infortuni e processi, purtroppo, e ancora non si è verificato nessun altro caso di imputazioni simili.Ci aiuta a capire cosa si intende per «dolo eventuale»?
Il nodo era lì. Tecnicamente la differenza tra colpa cosciente e dolo eventuale sta nella previsione del rischio e nella sua valutazione. Nella colpa cosciente, prevedo che il rischio di morte ci sia ma sono convinto che non accadrà. Nel dolo eventuale, che è stato riconosciuto all’amministratore delegato della Thyssen, non solo prevedo, ma accetto che ciò possa accadere. Questo in dottrina. Nella realtà è molto difficile poter valutare e bisogna conoscere molto nel dettaglio il caso. Comunque, ripeto, questo è davvero un caso straordinario, nell’ordinario cambierà molto poco.Cosa succederà nei successivi gradi di giudizio?
Vedremo. Diciamo che alcuni giudici hanno provato ad applicare recentemente l’omicidio volontario con dolo eventuale anche in alcuni incidenti automobilistici, quando il guidatore è ubriaco. Il ragionamento è: tu sai di non essere in grado di condurre un veicolo in maniera sicura se sei in stato di ebrezza. Quindi, se ti metti al volante in quelle condizioni, accetti il rischio di uccidere qualcuno. Ma finora la Cassazione ha sempre ribaltato eventuali condanne. La differenza in quel caso, rispetto a questo, e più in generale all’infortunistica sul lavoro, è però che chi guida a sua volta è all’interno dell’abitacolo, e quindi dovrebbe accettare anche il rischio della propria vita, mentre tendenzialmente uno pensa che mai gli accadrà niente di male. Mentre, in un infortunio in fabbrica, chi eventualmente decide di accettare il rischio di morte altrui, non è lì con gli operai.(originarimente pubblicato con il titolo «Ma la sentenza Thyssen non cambierà le cose»“ il 15 aprile 2011)