Stavolta Silvio Berlusconi attende i suoi avversari. Protagonista assoluto della campagna elettorale, il Cavaliere è tornato rumorosamente in disparte. La prima mossa spetta al segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Certo, a turbare l’ex premier ci sono le vicende giudiziarie. I processi che nei prossimi giorni arriveranno a sentenza. Soprattutto la decisione dei pm di Napoli di interrogarlo sulla presunta corruzione del senatore De Gregorio, nonostante la richiesta di legittimo impedimento avanzata dai suoi legali (considerato l’ennesimo attacco della magistratura politicizzata). Anche per questo si stanno organizzando grandi manifestazioni di piazza. Ma per il momento prevale un ragionamento opportunistico. Perché accelerare i tempi? Meglio attendere che Bersani e Grillo si sfianchino a vicenda, per passare all’incasso quando il sogno di un governo Pd-M5S sarà definitivamente svanito.
A richiamare Berlusconi al centro della scena politica ieri è stato il presidente del Consiglio Mario Monti. Nella convocazione a Palazzo Chigi per «uno scambio di opinioni» prima del vertice europeo del prossimo 14 marzo, il Professore ha preferito rivolgersi direttamente al Cavaliere. Scavalcando il segretario Angelino Alfano, che pure per lunghi mesi ha rappresentato il Pdl nelle trattative con il governo. A parte l’invito di Monti – i due si vedranno questo venerdì – poco altro. Nel pomeriggio Berlusconi ha incontrato nella sua villa di Lesmo i parlamentari appena eletti in Lombardia. Domani – dopo aver disertato la festa organizzata per la sua elezione alla presidenza della Lombardia – il Cavaliere vedrà Roberto Maroni.
Lo schema è collaudato. Anche durante i mesi del governo tecnico il Cavaliere si era eclissato – scomparso da tv e giornali – per poi tornare sulle scene da protagonista a ridosso delle elezioni. E fare il pieno di voti. Non a caso negli ultimi giorni Berlusconi ha deciso di farsi da parte, evitando accuratamente di entrare in polemica con gli altri leader politici.
La strategia dell’ex premier è chiara. Si punta a un governissimo. Un esecutivo politico – almeno nella sua composizione – che possa portare avanti le riforme più urgenti con il sostegno di centrodestra e centrosinistra. Da questo punto, il Cavaliere potrebbe trovare un inatteso alleato nel capo dello Stato. Giorgio Napolitano, infatti, non sembra intenzionato a conferire incarichi al buio, senza avere la ragionevole certezza di una maggioranza in Parlamento.
E allora perché forzare i tempi? Domani la direzione del Partito democratico ratificherà la linea di Bersani. Quel progetto di un governo di centrosinistra sostenuto dai voti grillini che difficilmente vedrà la luce. Il segretario democrat non ha molta scelta. Presenterà gli otto punti programmatici del suo ipotetico esecutivo per tentare di mettere Grillo con le spalle al muro. E poterlo accusare di inaffidabilità quando il Movimento Cinque Stelle rifiuterà di accordargli la fiducia. Il blogger genovese intanto fa la sua partita. Chiude le porte a Bersani, sperando nella nascita di un governissimo. Puntando alla maggioranza assoluta quando si tornerà al voto.
Il Cavaliere aspetta. Se si andrà al voto in tempi rapidi, potrebbe sfruttare il calo di consensi che inevitabilmente dovrà fronteggiare il M5S. Questo pomeriggio, nell’incontro di Villa Gernetto, ha rivelato che secondo i suoi sondaggi il centrodestra è già avanti rispetto agli avversari. Altrimenti, conta di avere una posizione rilevante nella prossima legislatura. L’obiettivo è quello di partecipare attivamente – forte del risultato conseguito alle elezioni – ai provvedimenti più urgenti. Dalla legge elettorale alle riforme istituzionali. Sventando l’offensiva su anti-corruzione e conflitto di interesse che il centrosinistra sta già progettando. Senza dimenticare la cancellazione dell’Imu, che per il Cavaliere resta una priorità.
Ma le vicende giudiziarie rischiano di far saltare i piani berlusconiani. Le recenti inchieste sulla presunta corruzione di deputati e senatori potrebbero allontanare qualsiasi forma di trattativa con il Partito democratico. A via dell’Umiltà si accusa senza mezzi termini l’attacco della magistratura politicizzata. In attesa della grande manifestazione del 23 marzo – «contro l’oppressione fiscale, tributaria e giudiziaria» – il Cavaliere avrebbe rivelato ai parlamentari lombardi il sogno di riportare in piazza Forza Italia. «Una volta al mese andremo nelle piazze italiane a manifestare per le nostre battaglie».
Intanto si attendono gli esiti giudiziari della vicenda Unipol e dei processi Ruby e diritti tv Mediaset. Un trittico a cui si aggiungono le ultime grane sulla presunta compravendita di parlamentari. Questa mattina i pm di Napoli hanno rigettato la richiesta di legittimo impedimento presentata dai legali di Berlusconi per la vicenda del senatore Sergio De Gregorio, passato con il Cavaliere durante l’ultimo governo Prodi. Più o meno nelle stesse ore trapelava la notizia – smentita in serata – dell’indagine della Procura di Roma sui senatori Antonio Razzi e Domenico Scilipoti, per il discusso passaggio nelle fila del centrodestra di tre anni fa.