Con la discussione sulla riforma elettorale, si torna a parlare di quote rosa, doppia preferenza e come garantire la rappresentanza di genere negli incarichi elettivi. Ma quante donne sono attive nella politica locale in diverse aree del paese? E quale tendenza si osserva nel tempo?
La mappa interattiva mostra, provincia per provincia, l’evoluzione dal 1985 al 2011 della percentuale media di donne che hanno ricoperto le cariche di presidente, assessore o consigliere provinciale, sindaco, assessore o consigliere comunale.
Il trend dall’inizio alla fine del periodo è chiaro: le donne stanno progressivamente facendosi largo negli incarichi politici a livello locale, tuttavia la disparità geografiche permangono negli anni. Infatti, nella maggior parte delle regioni del sud la percentuale di donne si ferma al 10%, nonostante un aumento passeggero della percentuale di donne nelle amministrazioni meridionali verso la seconda metà degli anni ’90.
Gli anni ’90 fanno registrare uno shock positivo per la presenza femminile in politica non solo al sud ma in generale in tutte province italiane, anche grazie alla legge 81 del 1993, che introduce l’elezione diretta dei sindaci e dei presidenti di provincia, e grazie all’affermarsi delle quote rose nelle liste elettorali di molti partiti e per un breve periodo anche per legge. Infatti, la legge del 1993 prevedeva che nessuna lista potesse essere formata da più del 60% di persone dello stesso sesso; dispositivo poi dichiarato incostituzionale nel 1995.
Fonte dati: S. Gagliarducci e T. Nannicini, Do better paid politicians perform better? Disentangling Incentives from Selection, Journal of the European Economic Association, 11 (2013)