Se i giornali italiani festeggiano la sconfitta con la Spagna, vuol dire che siamo messi proprio male. Ieri sera la nazionale di Cesare Prandelli ha perso in semifinale di Confederations Cup contro i campioni del mondo. Battuti con onore, bisogna dirlo. Superati ai rigori dopo aver messo sotto le Furie rosse per lunghi tratti dalla gara. Eppure l’entusiasmo con cui la stampa celebra l’eliminazione rimane fuori luogo. «Orgoglio Italia» titolava stamattina il Corriere della Sera. Per poi sottolineare con soddisfazione nelle pagine sportive: «Alla pari con i campioni». Neppure fosse un corso di autostima. «Bella Italia» spiegava in prima pagina Repubblica. «Uno spirito commovente». Evidentemente tutti si aspettavano di perdere con 4-5 gol di scarto, umiliati come un anno fa nella finale degli Europei. Questa sì, è una chiara ammissione di inferiorità. Il risultato è più deludente dell’eliminazione dal torneo. Facciamocene una ragione. Il modo in cui festeggiamo la sconfitta dimostra meglio di dieci gol subiti la nostra – ormai definitiva – subalternità calcistica.
28 Giugno 2013