È morto Giuseppe Rotelli l’imprenditore degli ospedali

Era malato da tempo

Ecco come Giorgio Dell’Arti e Massimo Parrini nel loro Catalogo dei viventi, 2009, Marsilio, raccontavano Giuseppe Rotelli 

• Pavia, 30 marzo 1945. Imprenditore. A capo del Gruppo San Donato (il primo in Italia nel settore ospedaliero), dopo aver rilevato molte delle azioni cedute da Stefano Ricucci è azionista di peso di Rcs: possiede una partecipazione effettiva pari al 3,949% che tenuto conto delle azioni già opzionate potrebbe salire al 10,019% (costo dell’eventuale operazione: 130-140 milioni), meno di Mediobanca (14,2%), più o meno come la Fiat (10,3%). «La mia storia è quella di un intellettuale, non di un imprenditore».
• «Anni di brillante carriera da giurista, con grandi maestri come Bruno Leoni, e da consulente della Regione Lombardia, epoca d’oro di Piero Bassetti, come estensore con esperti del calibro di Valerio Onida e Franco Bassanini, nel 1974, dell’innovativo Piano ospedaliero regionale. Anni anche di grandi speranze al Nord, altro che il federalismo alla Pontida! Nel 1980, quando suo padre che aveva fondato l’Istituto di cura Città di Pavia e a San Donato il Policlinico, ebbe un ictus, Giuseppe Rotelli si trovò a un bivio: vendere gli ospedali (“stabilimenti ospedalieri”, li chiama lui usando i termini di una legge del 1930) o inventarsi imprenditore. “Con la presunzione dei giovani accettai la sfida del destino”, ricorda. Vent’anni dopo, il 17 marzo 2000, via Mediobanca, il professor Rotelli (è stato il primo in Italia ad avere la cattedra di Organizzazione e legislazione sanitaria alla facoltà di Medicina di Milano) comprò da Antonino Ligresti, fratello di Salvatore, tre ospedali più le cliniche Madonnina e Città di Milano. “In quel momento si accorsero che esistevo”» (Chiara Beria di Argentine).
• Con i suoi 18 ospedali (17 in Lombardia, uno in Emilia Romagna) assicura l’assistenza a oltre 2,2 milioni di pazienti l’anno (750 milioni di euro di fatturato). «Quello della salute è un business nel quale è essenziale essere bipartisan, ruolo che interpreta come pochi altri, visto che ha avuto contemporaneamente ottimi rapporti con Giovanni Bazoli, finanza bianca milanese, e con Vincenzo Maranghi, che rappresentava la vecchia finanza laica a essa contrapposta» (Il Foglio).
• Nel gennaio 2007 indagato con altri per truffa ai danni del Sistema sanitario nazionale nell’ambito di un’inchiesta su cartelle cliniche falsificate per gonfiare i rimborsi: «Così si criminalizzano le aziende ospedaliere private che contribuiscono a fare funzionare bene la sanità» la sua difesa al momento della bufera giudiziaria. Nel luglio 2008 la Procura ordinò alla Guardia di Finanza il sequestro di due milioni di euro, presunto frutto dell’illecito, all’ospedale San Donato. In tre anni l’istituto avrebbe dovuto incassare dall’Asl, per le cartelle esaminate, 346 mila euro. Invece ne avrebbe portato a casa quasi 2,4 milioni.
• «Sul fronte finanziario le sue partecipazioni sono concentrate nella Pandette Spa, a sua volta controllata al 100% dalla Eurocotec di cui il professore è socio e amministratore unico. Proprio la Eurocotec International, fondata nel dicembre 95 e iscritta al registro delle imprese del Lussemburgo, si è spostata nel 2003 in Italia, trasformandosi in Spa e prendendo la residenza a Milano in via Borgogna 3. È l’indirizzo dei commercialisti Strazzera, sindaci della Eurocotec, e assai più vicini a Bazoli e a Banca Intesa che ad altre parti del sistema finanziario. Lui, Rotelli, assicura che le cordate di potere non lo vedranno mai protagonista. “La passione per la carta stampata nasce nel 1994, quando Victor Uckmar mi chiamò per la Voce di Montanelli. Fu una folgorazione”. E dunque, adesso, “penso di essere un socio colto e assolutamente indipendente e ritengo che il mio ingresso nell’azionariato sia anche un servizio reso all’indipendenza del Corriere”. Ma non di sole soddisfazioni morali vive l’azionista e così il professor Rotelli punta sulla redditività dell’investimento» (Francesco Manacorda).
• «Oggi, dopo aver costruito un impero della salute che qualcuno valuta fino a 3 miliardi di euro, è l’anello di congiunzione tra questo mondo emergente e discusso (nella bufera dopo l’inchiesta sulla Santa Rita) e i salotti buoni che da decenni gestiscono il potere milanese (…) Lui si è sempre definito solo un liberale. In realtà è ormai una sorta di ponte tra il mondo di Giovanni Bazoli e Banca Intesa – che hanno finanziato l’acquisizione delle cliniche di Ligresti – e quello di stampo più berlusconiano. Una sorta di camaleonte che proprio per questo – da quando è entrato nell’azionariato (in teoria blindatissimo) di Rcs – ha rilanciato l’ipotesi di novità in vista per gli assetti di controllo del Corriere» (Ettore Livini).
• Ancora fuori dal patto di sindacato Rcs, potrebbe entrarvi nel 2009 col rinnovo del cda.
• Sposato con Gilda Castaldi, tre figli. Possiede «una discreta collezione di quadri del Sei-Settecento lombardo-veneto».

(scheda aggiornata al 5 ottobre 2008)

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