BERLINO – Con un’ultima protesta simbolica si chiude la tormentata storia del Tacheles, la casa occupata e associazione artistica più celebre di Berlino. Gli storici carettari di ferro giganti che compongono la parola Tacheles (discorso schietto) di Arda Metallwerkstatt sono stati trasportati nel pomeriggio del 24 giugno dall’edificio bombardato della Oranienburger Strasse fino alla piazza antistante il Rathaus, il municipio. È stata un’occupazione simbolica, una resa forzata degli alternativi alla gentrificazione e la fine di un’epoca. In una mattina di giugno, sotto la pioggia, è avvenuto lo sgombero definitivo del Tacheles.
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Il Tacheles è stato il primo baluardo dell’anarchia e della controcultura nata a Berlino dopo la caduta del Muro, quando gli spazi abbandonati dopo la seconda guerra mondiale nell’est della città furono occupati da giovani di tutta Europa. Con gli anni, l’edificio sventrato dalle bombe e coperto da graffiti si era però trasformato nel simbolo stesso della fine di quei tempi. “Artisti” nuovi arrivati erano costretti a pagare affitti onerosi ai vecchi occupanti, mentre il pubblico era sempre più quello della guida turistica Lonley Planet. I soci fondatori si erano divisi l’amministrazione tra la parte artistica e quella di bar-ristorazione, tra le polemiche. C’era, va detto, uno zoccolo duro che lottava perché il Tacheles continuasse ad essere un servizio per la città. L’idea iniziale faceva però acqua da tutte le parti e alla fine è stata la città, poco a poco, ad abbandonare il Tacheles.
A livello legale è andata così: nel 1998 l’agenzia immobiliare Fundus-Gruppe comprò i 1.250 m² di terreno per 2,8 milioni di marchi. Il gruppo incaricò lo statunitense Andrés Duany di creare un progetto per il quartiere di Johannishof con un volume di costruzione che sarebbe dovuto costare attorno ai 400 milioni euro, per il quale fino a quel momento non aveva trovato nessun investitore. In seguito l’associazione registrata dal Tacheles negoziò con un nuovo proprietario un contratto d’affitto, valido fino alla fine del 2008.
Come prezzo d’affitto simbolico venne stabilito un marco (50 centesimi circa) all’anno. Dopo il termine del vecchio contratto, non se ne poteva negoziare uno nuovo. Un creditore, l’istituto finanziario HSH Nordbank , aspira alla vendita giudiziaria dell’area. Un ultimo termine per la vendita all’asta era stato stabilito per il 4 aprile 2011, ma venne annullato il giorno stesso con breve preavviso. Secondo notizie più recenti raccolte da Bild, la catena di hotel lowcost “MotelOne” sarebbe interessata a rilevare l’area.
Il 5 aprile dello stesso anno il Gruppo Gastronomico lasciò il Tacheles dietro pagamento di un milione di Euro, e nel mezzo dell’indignazione generale, mentre l’associazione artistica aveva scelto di resistere. Il colpo definitivo venne poi dato l’ 8 dicembre 2011 quando circa 30 collaboratori di un’azienda di sicurezza sloggiarono bielorusso Alexander Rodin, il quale venne espulso dai locali e quindi non riuscì a portare con se gli effetti personali o i suoi 15 dipinti di grande formato. La galleria d’arte Tacheles viene svuotata definitivamente il 4 settembre 2012 alle 7 del mattino, giorno in cui c’era stata solo una simbolica protesta artistica.