Nel mondo 150 milioni di minori lavorano illegalmente

La giornata mondiale contro il lavoro minorile

«Nei Paesi in via di sviluppo, molti bambini sono costretti a lavorare perché sono orfani o separati dalle famiglie, o perché devono sostenere il reddito familiare. La crisi finanziaria globale ha ulteriormente spinto i minori ad avviarsi precocemente al lavoro, specie verso le forme di lavoro più pericolose. E per le bambine la situazione è ancora più pesante, perché oltre a lavorare, esse devono occuparsi dei lavori domestici e della cura dei fratellini più piccoli, rinunciando alla scuola. Se è vero che la povertà è il seme del problema, bisogna intervenire per spezzare il circolo vizioso povertà-lavoro minorile-ignoranza-povertà» ha concluso Guerrera, Presidente dell’UNICEF Italia, alla vigilia della Giornata contro il lavoro minorile.

Secondo gli ultimi dati dell’UNICEF, in tutto il mondo 150 milioni di bambini tra i 5 e i 14 anni sono coinvolti nel lavoro minorile. Di questi, 115 milioni sono impiegati nelle forme peggiori di lavoro minorile, come quelle che prevedono carichi pesanti, contatto con sostanze chimiche e un orario di lavoro prolungato. Nell’Africa Subsahariana lavora più di un terzo dei bambini oggetto dello studio.
 

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