Sembra che Edward Snowden, la talpa del Datagate che con le sue rivelazioni ha fatto scoprire al mondo le attività di “spionaggio” della National Security Agency, accetterà la proposta di asilo del Nicaragua. Il presidente Daniel Ortega ha già confermato di volerlo «accogliere con piacere, nel rispetto del diritto d’asilo». Si profila una nuova tappa nella fuga dell’analista informatico americano, che dopo essersi rifugiato a Hong Kong ha dovuto ripiegare in Russia, passando diversi giorni nell’area transiti dell’aeroporto Sheremetyevo.
Ma proprio a Hong Kong il suo passaggio ha lasciato il segno. Il suo arrivo ha portato la città sotto i riflettori di tutto il mondo, suscitando reazioni diverse. Alcuni giovani registi, anche in modo ingenuo, ne hanno approfittato per creare un cortometraggio di cinque minuti. Il film racconta la storia di Edward Snowden dal momento della sua intervista rilasciata al Guardian fino ai disperati tentativi di catturarlo. Si intitola Verax e, nonostante alcune debolezze intrinseche, solleva questioni interessanti. Ad esempio, considera le motivazioni etiche alla base del gesto di Snowden, che a messo a rischio anche la sua sicurezza personale. E poi il fatto (tutto sommato sorprendente) che, nonostante la grande portata della notizia, sapere di essere controllati e spiati dalla Nsa non ha stupito nessuno.