Che non si facesse più, ormai, era chiaro a tutti. Ma adesso anche la Consulta boccia il taglio alle province, tanto promesso dal governo Monti. Riforme di questa portata, che vanno a colpire l’ordinamento del Paese, non possono essere fatte per decreto. Queste le motivazioni. E allora è incostituzionale l’articolo 23 del Salva Italia (che trasformava le province in organismi di secondo livello) e anche gli articoli 17 e 18 della spending review, che cancellavano quelle con meno di 350mila abitanti (e un’estensione di 2.500 chilometri quadrati). Insomma, secondo i magistrati, il metodo seguito era sbagliato; la legge – del resto congelata – non è valida e si deve tornare al punto di partenza e rifare tutto. Sempre che si abbia voglia di provarci ancora.
Sì, perché la sensazione è che, in un paese irriformabile come questo, il cavillo giuridico della Consulta sia addirittura superfluo. Uno svolazzo, un di più burocratico che sancisce (quasi un accanimento terapeutico) il fallimento di qualsiasi tentativo di cambiare le cose. Peccato.