Doveva essere una manifestazione di solidarietà per Silvio Berlusconi dopo la sentenza (di primo grado) che lo aveva condannato a sette anni di carcere per concussione e prostituzione minorile. E invece è diventato un corteo per far uscire di casa il Cavaliere. C’hanno provato per due ore, di fronte a Villa San Martino ad Arcore, sia Iva Zanicchi che l’Esercito di Silvio. Canti, balli e cori, ma alla fine Berlusconi è rimasto in casa fino a quasi alla fine. Perché? Glielo hanno consigliato i suoi legali Niccolò Ghedini e Pietro Longo in vista dei prossimi processi nelle aule di giustizia. Poi però, quando già alcuni manifestanti si stavano allontanando, è arrivato il colpo di scena: il Cavaliere è uscito per salutare tutti ma non ha parlato.
E pensare che davanti alla villa sono arrivati pullman da tutta l’Italia, («pure dall’Emilia Romagna» ha detto la Zanicchi) portando però non più di 500 persone per dargli man forte di fronte “all’attacco della magistratura”. Tra i politici: Mario Mantovani e Daniela Santanchè, e poi Daniele Capezzone e Michela Vittoria Brambilla. Ma nel folto gruppo – a maggioranza di anziani – si scorgono poi a sorpresa due bellezze: Ioana Visan e Raissa Skorkina, testimoni nel processo Ruby. Restano in disparte perché – dice la Skorkina – «conosco Silvio da nove anni, l’ho sentito, ma voi giornalisti siete degli stronzi e non voglio andare in piazza. Volevo però vedere come era questa manifestazione».
Vana la performance di Iva Zanicchi, che ha allietato la piazza cantando “Prendi questa mano Silvio” e aizzando «il Popolo della Libertà a sostenere il cavaliere in questa difficile battaglia contro i giudici». Duri anche gli attacchi di Mantovani e della Santanchè. Il coordinatore regionale lombardo afferma che dopo la sentenza «c’è da aver paura della giustizia. Quando si colpisce un leader politico si colpisce anche il governo di larghe intese». Ancora più pesante la Santanchè: per lei i magistrati «una casta. Non sono uomini, perché se no sarebbero tranquillamente criticabili, come si fa con i politici e tutte le persone normali».
Tra i manifestanti anche (dietro l’uomo con la bandiera) il giornalista Gianni Barbacetto del Fatto Quotidiano
Raissa Skorkina
Ioana Visan
Ma le vere protagoniste del raduno sono le due frequentatrici delle notti di Arcore, al centro dello scandalo Bunga Bunga. La Visan, occhiali scuri e pantalone nero, è venuta qui per sostenere l’amico Silvio ed è sicura che «tutto si risolverà per il meglio in tribunale». Mentre la Skorkina, a bordo di una Mini Cooper che non nega esserle stata regalata da B., se la prende con l’Italia. «Questo Paese mi piaceva, ma adesso non mi piace più. Voi avete scritto che ero un’Olgettina, ma non è vero. Conosco Silvio da nove anni, Forza Italia mi porterà fortuna». E rispetto alla rinascita di Forza Italia, Mantovani fa una battuta d’arresto:«Non so se rinascerà, ma l’importante è che ci sia un partito per la nostra libertà».
Il leader del Pdl si è dunque attenuto alla richiesta dei legali di non parlare delle sue vicende giudiziarie, ma alla fine non ha resistito ad un apparizione davanti alla sua villa dove alcune centinaia di sostenitori lo acclamavano per dargli solidarieta’ dopo la condanna nel processo Ruby. «Il cuore ha prevalso», aveva annunciato pochi istanti prima al microfono l’onorevole Santanchè, spiegando dunque il nuovo cambio di programma della manifestazione di Arcore.
Una sola cosa ha chiesto prima che arrivasse il cavaliere, di togliere i cartelli (che criticavano in particolare il pm Ilda Boccassini e in generale la magistratura) tenendo ben in vista solo le bandiere. In verità, dopo l’annuncio di Mario Mantovani che Berlusconi non sarebbe uscito di casa, quasi la metà dei presenti si era gia’ allontanata delusa. Chi è rimasto si è poi accalcato al cordone di polizia che proteggeva il cavaliere per stringergli la mano: Berlusconi non si è sottratto, ha solo evitato di fermarsi al muro delle telecamere che cercavano di avvicinarlo.