Se Loro Piana vale il quadruplo di Telecom

Italia terra di conquista

Sembra una barzelletta: Telecom è così disastrata che Telefonica sborserà soltanto 323 milioni di euro per salire al 66% di Telco, la holding che controlla al 22,5% l’ex monopolista. Più altri 117 per arrivare al 70 per cento. Tanto per dare un termine di paragone, lo scorso luglio la casa del cachemere Loro Piana è stata acquistata dal gigante del lusso Lvmh per 2 miliardi di euro. La differenza tra le due storie è macroscopica. Nel secondo caso si tratta di una cifra a cui la famiglia che ha dato il nome al marchio si è arresa volentieri, nel primo è una vera e propria svendita. Colpa di tutti: l’assenza della politica industriale, una governance bizantina e raffazzonata, manager capaci soltanto di distruggere valore. 

Risultato? Poche grandi imprese italiane rimangono protagoniste sui mercati, e non è detto che sia un male. Eppure, fa rabbia vedere passare di mano per poche centinaia di milioni un’infrastruttura strategica per il Paese come la rete fissa di Telecom, senza che la politica abbia ancora rivendicato ampie garanzie sulla sua gestione e sicurezza. Non si tratta di paura dello straniero, ma della consapevolezza che non sempre chi parla una lingua diversa dalla nostra sia automaticamente in grado di stare al timone, per quanto, nel caso dell’ex monopolista, fare peggio è difficile.

Detta altrimenti: Telefonica ha 66,8 miliardi di debiti, e questa acquisizione potrebbe mettere a serio rischio il suo merito di credito. Comprati a saldo da una compagnia in profondo rosso. È il colmo. Fortunatamente, ogni tanto il nostro decantato “made in Italy” regala storie come quella di Loro Piana, per dissetarci un poco nel deserto del nostro sistema industriale. 

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