In esclusivaApuckalypse: l’apocalisse secondo Puck

Underground comix

Negli ultimi tempi, in Italia, il fumetto pare aver alzato la testa, allargando il proprio pubblico, aumentando gli investimenti, rinnovando l’orizzonte della propria produzione  Capita così che un giovane disegnatore come Zerocalcare, partendo da un blog, arrivi a vendere decine di migliaia di copie e fa il tutto esaurito a fiere e presentazioni; che la Bonelli, casa editrice storica e granitica del panorama italiano, investa forte su un prodotto come Orfani, innovativo e ambizioso, soprattutto dal punto di vista produttivo; o che il Corriere della Sera e la Gazzetta offrano al loro pubblico i migliori prodotti del graphic journalism mondiale, da Guy Delisle a Joe Sacco, e ripubblichino un grande maestro del fumetto d’autore italiano come Milo Manara; o ancora, che Mondadori annunci la ripubblicazione totale di Ken Parker, ridando vita a uno dei più grandi personaggi del fumetto d’autore italiano e annunciando la pubblicazione di episodi inediti.

Ok, fino a qui tutto bene. Ma il mondo del fumetto non è si limita alla somma di quei prodotti editoriali mainstream che troviamo in prima fila nelle librerie, nelle fumetterie o nelle aree pro delle fiere. Come gli appassionati di fumetto sanno bene, il fumetto è un’arte, la Nona. E se è arte, se lo è alla grande, è proprio perché, oltre a ciò che succede in superficie, nel bosco editoriale, esiste anche un sottobosco, che altri chiamano undergroundQuesto sottobosco, come ogni sottobosco che si rispetti, è umido, non troppo frequentato, oscuro e putrescente, ma è proprio per questo che, del bosco, è la parte più viva. È li infatti che autori di ogni età sperimentano nuovi tratti, innovano linguaggi, fanno a pezzi le regole, le rimontano inventandone di nuove, sciolgono il guinzaglio del proprio estro. Ma, soprattutto, si divertono un sacco.

Il progetto

Nell’immensa e variegata galassia di questo mondo sotterraneo, uno dei protagonisti si chiama Puck Magazine, un progetto ormai più che decennale, che ha già fatto parlare di sé in tutto il mondo e che è nato qui a Milano, ideato da Ivan Manuppelli, in arte Hurricane, artista di 28 anni che nell’underground si muove senza timidezza da quando di anni ne aveva 15. Ora Hurricane e i suoi collaboratori stanno per dare alle stampe l’ultimo numero di Puck, che si chiamerà Apuckalypse e sarà l’ultimo, di sempre

Apuckalypse è un progetto enorme, che mette in fila le visioni apocalittiche di oltre 100 autori del fumetto di ogni parte del mondo, giovani e meno giovani, celebri o poco noti, contattati nei modi più diversi da Manuppelli, chi per contatto diretto, chi dopo una lunga ricerca sul web, chi per suggerimento di altri autori già coinvolti. Il lavoro è stato immenso, non per niente sono serviti oltre due anni per portarlo a termine. Le regole di ingaggio, dettate fin dall’inizio da Hurricane Ivan alla squadra di autori, sono molto semplici: ogni autore ha a disposizione una tavola, può ambientare la propria visione apocalittica in un punto del mondo a sua scelta e può declinarla con la più assoluta libertà espressiva, nutrendola delle proprie ossessioni, anche delle più sanguinolente. Nessuna censura, l’unico limite è lo spazio della pagina. E il risultato – lo abbiamo visto per voi in anteprima – è scoppiettante e spesso sorprendente, come sempre quando si parla di Puck

C’è un altro dettaglio di cui vale la pena parlare, e c’entra la modalità di finanziamento. Non è certo un segreto, e neppure una leggenda metropolitana, il fatto che con i fumetti non si mangia. E per il mondo dell’underground questo è ancora più vero. Un problema che ovviamente ha anche Puck Magazine, che è da sempre una produzione completamente indipendente, slegata da qualsivoglia editore e autofinanziata dalle proprie vendite. Per quest’ultima fatica, però, Manuppelli ha deciso di puntare anche su un altro strumento, che negli ultimi anni sta crescendo anche in Italia: il crowd funding, ovvero la ricerca di fondi in rete, chiedendo direttamente i finanziamenti ai propri lettori. Per questo Manuppelli e soci hanno deciso di appoggiarsi, tra i tanti, al sito Verkami.com, che ospiterà il bando di Apuckalypse a partire dalla metà di novembre. I soldi raccolti in rete serviranno a coprire le spese di stampa e quelle di promozione in giro per il mondo. Sì, perché Apuckalypse uscirà in due edizioni, una in inglese e una in italiano, così da poterla portare in giro per il mondo, tra fiere, festival e eventi, a partire dal festival di Angouleme, in Francia, la più importante kermesse europea del settore.

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Breve storia di Puck

Un breve riassunto delle puntate precedenti per chi non ha mai avuto per le mani Puck Magazine. Prima cosa: Puck Magazine non si è sempre chiamato così. Quando Hurricane Ivan cominciò a lavorarci, nei primi anni 2000, lui aveva poco più che 15 anni e frequentava ancora il liceo artistico, mentre la rivista, che era più una fanzine, si chiama The Artist. In pochi anni The Artist si arricchì di collaborazioni eccellenti, l’entusiasmo dei giovani redattori coinvolse nel progetto anche grandi nomi del fumetto italiano, uno tra tutti Fernando Caretta, che disegnò la cover del numero 2. Erano i tempi dell’11 settembre. Negli anni successivi la rivista si arricchì di contributi, dapprima di storie già edite altrove, poi, a partire dal 2007, cominciò a pubblicare inediti (in un numero storico c’è Magnus, per farvi capire), a ospitare interviste, e a dare spazio anche ad artisti di strada, dando loro, come si dice, totale carta bianca. Nel frattempo The Artist cambiò nome, e da The Artist divenne Puck Magazine.

Il punto di svolta, almeno per quanto riguarda l’allargamento del pubblico, avvenne nel 2011, anno in cui venne pubblicato Puck Comic Party, ovvero “la più grande jam session nella storia del fumetto”. Puck Comic Party fu il frutto di oltre tre anni di lavoro da parte di Hurricane Ivan e dei suoi collaboratori, Emanuele Fossatti e Marco Falatti, che coinvolsero oltre 170 autori in una corsa narrativa senza respiro ispirata al gioco surrealista del Cadavere squisito. In questo caso ogni autore aveva a disposizione 3 vignette per continuare la storia di Puck, iniziata da Hurricane e costruita tre vignette alla volta dagli artisti che lo avevano preceduto. L’unico obbligo tenere Puck come protagonista, tutto il resto era completamente libero. Inutile dire che quel che venne fuori fu una vera bomba narrativa, un susseguirsi surreale e grottesco di scene, di tratti, di linguaggi e di stili. In una parola: esplosivo.

Insomma, vi abbiamo avvisato. Nelle prossime settimane tenete d’occhio la pagina di facebook di Apuckalypse (la trovate qui), perché a giorni verrà annunciata la data di partenza del crowdfunding e poi, se abitate nei dintorni di Milano, tenetevi liberi per l’inizio di dicembre, perché Hurricane ci ha rivelato che sta preparando una grande festa, proprio a Milano. E vedendo di cosa è capace, ci sarà da divertirsi.

Nel frattempo, per capire meglio di cosa abbiamo parlato fino a ora, qui sotto trovate una preview di 10 vignette in anteprima scelte personalmente dal curatore, Hurricane Ivan e, in esclusiva, l’introduzione scritta per Apuckalypse da Jay Kinney, che tra gli anni Sessanta e i Settanta fece parte del movimento dell’underground comix americano, insieme ad artisti come Robert Crumb e Art Spiegelman, per intenderci. Buona lettura.

Le anteprime

L’introduzione di Jay Kinney

Benvenuti all’Apocalisse 

Storicamente parlando, è sempre l’Apocalisse. Con questo voglio dire che in ogni periodo della storia umana c’è sempre stato qualcuno convinto che il mondo stesse per finire. Che si tratti dell’autore del biblico “Libro della Rivelazione” (o “Apocalisse di Giovanni”) – sicuramente uno dei testi più maliziosi mai scritti – o qualche bardo vedico a predire il Kali Yuga, o il profeta all’angolo della strada che ci farnetica che “La Fine è Vicina”, l’immaginazione umana si è ripetutamente dedicata alla fine dell’universo e alla fine della vita così come noi  la conosciamo.

Non è difficile immaginare per quale motivo. In un momento imprecisato nel tempo, per ciascuno di noi, l’universo finirà. La morte ci attende tutti, sia in un improvviso incidente o in un attacco di cuore, o in una lunga malattia persistente. Sembra uno scherzo raccapricciante e così reprimiamo il pensiero o, in molti altri casi, lo proiettiamo sul resto del mondo, trovando conforto nell’idea che se dobbiamo morire, sarà così anche per tutti gli altri, e preferibilmente tutti nello stesso momento.

Eppure, la vita va avanti. Ogni profezia della Fine dei Tempi è, in un certo senso, una falsa profezia. Le date predette vanno e vengono, e le aspettative dei veri credenti si dissolvono, per poi essere sostituite da nuove aspettative che finiranno anch’esse per esaurirsi come le precedenti. 
Gran parte di questo fervore apocalittico è stato guidato dalla religione, specialmente fondamentalista come il Cristianesimo e l’Islam, che condividono i simili scenari di una sentenza definitiva. Ma non mancano apocalissi laiche tra cui scegliere: il catastrofico cambiamento climatico, le guerre nucleari, la fine del capitalismo (un apocalisse particolarmente sfuggente), uno stato di polizia imminente, e l’elenco potrebbe continuare.

Tutto ciò ci porta al volume che avete tra le mani, un ricco buffet di apocalissi personali evocato da un equipaggio stellare di vignettisti da tutto il mondo. Per la maggior parte dei fumettisti, l’apocalisse si profila ogni mese sotto forma della rata dell’affitto da pagare, e quindi in qualche modo questo tema era pane per i loro denti. Come avrete modo di scoprire, alcuni hanno preso la sfida con leggerezza, producendo strisce umoristiche (tra cui l’inevitabile barzelletta sulla suocera), mentre altri si sono tuffati a tutti gli effetti nell’orrore e nella paranoia. 
Il risultato è una collezione ben equilibrata di visioni uniche che non troverete da nessun’altra parte. 

Le ambientazioni cambiano da striscia a striscia, di solito ogni apocalisse si manifesta nel luogo del suo artista. Se hai sempre sognato di fare il Giro del Mondo, ma sai già che non lo farai mai, questo volume è un buon sostituto, anche se con un po’più di demoni, cannibali, buchi neri e Angeli Sterminatori di quanti effettivamente potresti incontrare saltellando di paese in paese. 


Purtroppo, mi è stato detto che questo probabilmente sarà l’ultimo numero di PUCK per gli anni a venire, quindi rappresenta una sorta di apocalisse anche per loro. Il personale di PUCK ha battuto ogni previsione nell’unire fumettisti da numerosi paesi per i suoi progetti di gruppo, fatti per amore del fumetto libero e senza censure.

Il movimento degli Underground Comix è stato lanciato negli Stati Uniti durante gli anni Sessanta e negli anni successivi diffuse la sua influenza in Inghilterra, Olanda, Spagna, Francia e Italia (tra gli altri). PUCK è stata una delle manifestazioni recenti più energiche di questo impulso underground,  e Ivan e il resto della banda di PUCK meritano un applauso per tenere alta la bandiera. 


L’Apocalisse è arrivata. Goditela finché puoi.
Jay Kinney

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