Le mozioni dei quattro candidati alle primarie del Pd

Si vota l’otto dicembre

L’8 dicembre si voterà per le primarie del Partito democratico che si svolgeranno per decidere il nuovo segretario, che succederà a Guglielmo Epifani che, a sua volta, aveva preso il posto di Pier Luigi Bersani. I candidati alle primarie, Matteo Renzi, Gianni Cuperlo, Pippo Civati e Gianni Pittella hanno presentato i loro documenti di varia lunghezza (dalle 18 cartelle di Renzi alle 70 di Civati) che illustrano a chi voterà alle primarie del Pd i programmi di ciascun candidato. Quello che segue è l’incipit di ciascun programma (e il link per scaricarlo integralmente).

Matteo Renzi
Cambiare verso

La fotografia di queste ore ci consegna l’immagine di un’Italia stanca, impaurita, rassegnata. Sembra che il nostro tempo migliore sia alle spalle e che cambiare sia uno sforzo più impossibile che difficile. Non è così. Chi crede nella politica, nel valore e nella dignità della politica, sa che non è così, non può essere così. Ci meritiamo di più. E tocca a noi cambiare verso. Dobbiamo affrontare la paura con il coraggio, la stanchezza con l’entusiasmo, la rassegnazione con la tenacia. E dobbiamo sapere che la crisi che stiamo vivendo, crisi economica, finanziaria, occupazionale, certo, ma anche crisi di un modello di valori che va finalmente cambiato, è la più grande opportunità che noi abbiamo per restituire il futuro all’Italia. Questa crisi non va sprecata, noi non vogliamo sprecarla. È una crisi destinata a cambiare il senso di parole come benessere, lavoro, appartenenza. La sinistra vince solo quando costruisce il futuro, non quando si chiude sul presente. 
(continua – il documento integrale)

Gianni Cuperlo
Per la rivoluzione della dignità

Il Partito democratico può guidare la riscossa civile, economica e morale del Paese. Riusciremo a farlo se avremo coraggio e passione per cambiare tutto ciò che oggi è da cambiare: nella politica, nello Stato, nelle responsabilità dei singoli, nelle logiche del mercato, in élite arroccate a difesa di poteri immobili e conservatori, se non opachi. A noi tocca portare al centro il valore della persona, dell’uguaglianza, del senso di comunità. Il PD deve mettersi a servizio di una rivoluzione della dignità. L’Italia, provata dalla crisi più drammatica dell’intera storia repubblicana, ritroverà la fiducia solo in un nuovo patto di cittadinanza fondato su libertà e giustizia sociale, sulla legalità, sulla coscienza di sé come nazione unita. La nostra società tornerà a crescere se contrasterà disuguaglianze immorali e se partirà dalla sfera dei diritti indivisibili – umani, sociali, civili – e dalla dignità di ciascuno per ridisegnare economia, scienza, cultura, il bene comune. 
(continua – il documento integrale

Pippo Civati
Dalla delusione alla speranza. Le cose cambiano, cambiandole

Il manifesto che stai iniziando a leggere è dedicato a te e a te immediatamente rivolto, perché troppo spesso le decisioni sono state prese senza consultarti, senza coinvolgerti, senza riconoscere l’essenziale protagonismo e la sovranità che ti appartiene. Nelle pagine che seguiranno, la novità è a sinistra, nel pluralismo, nel riconoscimento dei diritti, nell’apertura alla cittadinanza, nella voglia di cambiare insieme perché solo insieme, con un grande progetto, possiamo farlo, nella cultura della possibilità e dell’alternativa di governo, nel superamento di quella «questione maschile» che ancora dobbiamo affrontare per cambiare punto di vista, modi e parole, nella creatività e nella curiosità, nella conoscenza e nell’apertura di senso che sole ci possono davvero salvare. Troppo spesso l’abbiamo inseguita fuori di noi, questa novità, trascurando le cose in cui crediamo, la passione politica che sola può consentirci di cambiare. La cultura delle possibilità, mentre continuiamo a ripeterci che non ci sono alternative. Mentre l’alternativa siamo noi. E siamo noi a dover aprire una discussione libera e aperta, alla pari e alla luce del sole. Non un dibattito che si chiude, in queste righe, ma un confronto che finalmente si apre.
(continua – il documento integrale

Gianni Pittella
Il futuro che vale. Per un partito democratico, solidale, europeo

 Sono almeno 25 anni che il nostro Paese si è sostanzialmente fermato e seduto. Ma tutto questo non dipende solo da noi, è evidente. Ma certo noi non abbiamo fatto abbastanza per evitare di fermarci e sederci. Ci è mancata l’intenzione della condivisione e della responsabilità collettiva. Di fronte ad un destino che si disegna in comune abbiamo spesso guardato ai fondamentalismi di quartiere, dove l’importante non è vincere, ma impedire all’altro di vincere, anche di fonte alla distruzione. “Gli storici del futuro – afferma Roberto Orsi, uno dei tanti studiosi italiani emigrati a Londra, – probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate ‘terzomondializzazione’, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale”. Dobbiamo lottare per sconfiggere questa previsione. 
(continua – il documento integrale)

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