Grillini estremisti per non morire alle Europee

Violenza verbale e occupazioni

Il cambio di strategia è evidente. Troppo, per passare inosservato. Il Movimento Cinque Stelle ha deciso di strappare. I grillini marcano le distanze dal Parlamento, dal Quirinale, dagli altri partiti. In Aula scelgono la via dell’Aventino e disertano le sedute. Al quarto piano di Montecitorio provano a bloccare i lavori delle commissioni. Intanto parte la messa in stato di accusa per il capo dello Stato, annunciata da lungo tempo e formalizzata nel giro di poche ore. Si parla di «Nuova Resistenza» e Alessandro Di Battista, uno dei pentastellati più conosciuti dal grande pubblico, arriva a citare l’ex presidente Sandro Pertini: «la corruzione è una nemica della Repubblica. E i corrotti devono essere colpiti senza nessuna attenuante, senza nessuna pietà».

È una risposta alle scelte sconsiderate della maggioranza, spiegano alcuni di loro. Una reazione estrema, giustificata dalle forzature regolamentari su decreto Imu-Bankitalia e legge elettorale. Del resto la scelta della presidente Laura Boldrini di interrompere i lavori della Camera con la discussa “tagliola” è un inedito assoluto. Oltre che un pericoloso precedente. Ma è chiaro che c’è anche dell’altro. Forse la necessità di nuova visibilità. Oscurati dall’iperpresenzialismo del segretario Pd Matteo Renzi, i grillini provano a uscire dall’angolo (mediaticamente parlando). 

Le proiezioni di voto parlano chiaro. Secondo Ipsos, Swg, la stessa Alessandra Ghisleri di Euromedia, sondaggista di fiducia di Silvio Berlusconi, Beppe Grillo è in calo rispetto all’anno scorso. E continua a perdere punti. Sono lontani i tempi in cui M5s si vantava di essere il primo partito alla Camera. Il 21 gennaio si è segnalato un sorpasso storico, con Forza Italia avanti di quasi un punto avanti rispetto ai grillini e con il Pd di Renzi stabile in testa. M5s pagherebbe una «non precisa proposta politica», la spaccatura fra il leader e alcuni deputati, forse gli stessi elettori grillini vorrebbero più flessibilità, ma soprattutto le catene parlamentari hanno scoraggiato l’elettorato su un possibile reale cambiamento a opera dell’ex comico genovese. 

A pesare sono anche le spaccature nelle regioni. In Sardegna Grillo non è riuscito a presentare il suo candidato per colpa di dissidi interni e fazioni contrapposte. Le elezioni comunali e regionali vengono viste come il fumo negli occhi, anche perché l’elettorato locale dimostra di preferire ancora i vecchi partiti e di premiare Grillo solo in caso di elezioni nazionale. Il prossimo appuntamento, le Europee, è una sfida che potrebbe rilanciare il Movimento in caso di buon risultato, ma anche affossarlo per sempre in caso di débacle. Non a caso Grillo ha deciso di riprendere il suo tuor di show nei teatri, dove parlerà di politica e dove si dovrà pagare il biglietto. Il comico prova a metterci la faccia.

E intanto i deputati del M5S alzano la voce. Scendono al centro dell’emiciclo durante la votazione del decreto Imu e cercano di occupare i banchi del governo. Ostentano bavagli sul viso. Irrompono nelle commissioni Giustizia e Affari costituzionali per fermare i lavori (e nel Pd qualcuno chiede di punire l’azione ricorrendo al codice penale). Per timore di un’occupazione, nel pomeriggio i commessi della Camera sono persino costretti a sbarrare gli uffici della presidente Boldrini. I cartelli esposti in favore di telecamere e giornalisti ormai non fanno più notizia. Ma il video del deputato Alessandro Di Battista che litiga con il capogruppo democrat Roberto Speranza – di fatto impedendogli di rilasciare alcune interviste – in poche ore fa il giro del web. 

Intanto la battaglia prosegue. La richiesta di impeachment per il presidente Giorgio Napolitano viene presentata ufficialmente. Al Quirinale vengono imputati «comportamenti sanzionabili, di natura dolosa, attraverso cui il Capo dello Stato ha non solo abusato dei suoi poteri e violato i suoi doveri ma, nei fatti, ha radicalmente alterato il sistema costituzionale repubblicano». Una iniziativa con poche possibilità di successo, ma simbolicamente pesantissima. Così come il ricorso alla Corte Costituzionale per invalidare il voto della Camera sul decreto Imu-Bankitalia. Senza tacere della richiesta di dimissioni per il questore Stefano Dambruoso, colpevole di aver colpito una deputata grillina durante gli scontri in Aula.

Parla di «nuova resistenza» Beppe Grillo dal blog. «Noi affronteremo tutto, andiamo avanti e continuiamo ad andare avanti. La democrazia non c’è più». Le parole del leader pentastellato sono fin troppo chiare: lo scontro è aperto. Nessun passo indietro. Anche per questo Grillo sarà a Roma. Una visita in Parlamento per supportare i suoi deputati. «Dei guerrieri meravigliosi».  E la protesta grillina potrebbe assumere contorni clamorosi. Dopo aver disertato i lavori odierni, i Cinque Stelle valutano l’ipotesi di non partecipare alla seduta dei prossimi giorni. Un Aventino a tutti gli effetti, con conseguenze particolarmente rilevanti. A Montecitorio son in calendario i primi voti sulla legge elettorale. Dalle 9 l’aula si esprimerà sulle pregiudiziali di costituzionalità. Senza il voto dei deputati pentastellati, la bocciatura dei documenti appare scontata. È un paradosso: l’ostruzionismo estremo potrebbe finire per agevolare la riforma voluta da Matteo Renzi e Silvio berlusconi.

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