La “casta” vota compatta per le donne ma poi le insulta

Offese sessiste alla Camera

545 voti su 545. Era lo scorso maggio quando la Camera dei deputati approvava all’unanimità la Convenzione di Istanbul. Una decisione storica, giustamente senza distinguo. Del resto chi avrebbe potuto astenersi su un trattato internazionale contro la violenza verso le donne? «Il via libera – raccontano le cronache di quel giorno – viene accompagnato da un lungo applauso dei presenti». 

Ma tener fede ai buoni propositi non è sempre facile. Ecco perché a leggere le ultime notizie da Montecitorio c’è da rimanere sconcertati. Negli ultimi due giorni si è assistito a una serie di vicende incredibili. Tutte accomunate da una matrice comune: il sessismo. Dalla deputata grillina colpita in volto sotto i banchi della presidenza, alle parlamentari democrat insultate da un collega a Cinque Stelle con pesanti allusioni sessuali. Perla finale, l’intervento in Aula del centrista Cera, che ha stigmatizzato gli scontri della sera prima invitando le parlamentari M5S a «trovarsi un fidanzato».

Chissà se i protagonisti di queste vicende hanno partecipato alle recenti celebrazioni per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un appuntamento organizzato proprio alla Camera dalla presidente Laura Boldrini. Era lo scorso 21 novembre. Magari in qualità di questore della Camera era presente anche Stefano Dambruoso. Oggi il parlamentare ha ufficialmente chiesto perdono alla collega grillina Loredana Lupo. «Rivedendo le immagini – spiega – sento la necessità, anche in virtù del mio ruolo di questore alla Camera, di scusarmi con la deputata del M5S, che ho involontariamente colpito, nel tentativo di impedire a lei e ai suoi colleghi di avventarsi, con furia, contro il tavolo della presidenza». Ripresa in Aula dai telefonini di diversi deputati, la scena ha già fatto il giro della rete. Senza troppi dubbi si vede il questore colpire in volto la deputata durante la bagarre scatenata in seguito all’approvazione del decreto Imu-Bankitalia. L’ufficio di presidenza ha già incaricato i questori di fare un’istruttoria sulla vicenda.

Saranno le autorità competenti, invece, a occuparsi della vicenda di Massimo Felice De Rosa. Ieri sera il deputato grillino ha insultato le colleghe del Partito democratico presenti in commissione Giustizia. Per tutta risposta è stato denunciato. «Difendiamo la dignità di tutte le donne, il risarcimento andrà in beneficenza» spiega Alessandra Moretti, una delle parlamentari coinvolte. Già, perché al centro dell’insulto ci sarebbe un inequivocabile riferimento sessuale. «Voi donne del Pd siete qui perché siete brave soltanto a fare i p…» riportano le deputate. «Sì, mi è scappato un insulto» ammette il grillino. Che però dà un’altra versione della vicenda. «A un certo punto ho detto, rivolgendomi a tutti, “La gente entra qui dentro perché conosce qualcuno o perché ha fatto un p…. Mi scuso se qualche parola è stata fuori posto, ma non è vero che ho dato delle p… alle deputate del Pd, ci mancherebbe».

L’ultima perla poche ore fa, durante i lavori dell’Aula. Presa la parola per denunciare gli scontri del giorno prima, il deputato Angelo Cera (Per l’Italia) si è lasciato sfuggire un suggerimento di dubbio gusto. Riferendosi alle deputate a Cinque Stelle, l’esponente centrista ha spiegato: «Ieri abbiamo visto, come dire, delle esagitate: consiglio loro di trovarsi un fidanzato». Pochi minuti dopo è stata la deputata socialista Pia Elda Locatelli a prendere la parola per dissociarsi dal collega. Visibilmente infastidita: «Dopo l’intervento del collega Cera non riesco a stare zitta – ha alzato la voce – Alle donne si chiede sempre di più, gli sbagli delle donne sono sempre più censurati rispetto a quelli degli uomini». L’accusa è diretta e tutt’altro che banale. «Ci sono abituata, ma quello a cui non riesco proprio ad abituarmi è che quando le donne si esprimono con foga, anche quando perdono la bussola, ecco, questo è attribuito al bisogno di fidanzati, a bisogni sessuali non soddisfatti, alla fame sessuale delle donne. Basta, basta, non se ne può più! Non posso accettare questo: è machismo, è sessismo! E se questo succede qui, ma cosa succede fuori, cosa può succedere fuori?». 

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