Letta e Renzi fanno a gara a chi fa più riunioni

Patto di coalizione e segreteria Pd

Vertici, faccia a faccia, incontri a ritmo serrato. Tavoli e controtavoli. Preoccupati dalle accuse di immobilismo, Enrico Letta e Matteo Renzi hanno riempito le agende di appuntamenti. In vista del prossimo patto di coalizione – a Palazzo Chigi lo hanno pomposamente ribattezzato “Impegno 2014” – sembra una sfida a chi ha il calendario più fitto. E così la verifica dell’azione di governo si è trasformata in un’ansiogena trafila di riunioni. I leader di partito vengono invitati più volte, sentiti e sondati. Ormai siamo alle consultazioni parallele: mentre i montiani di Scelta Civica discutevano di riforme istituzionali Palazzo Chigi, ieri Mario Monti era ospite a Palazzo Vecchio per parlare di legge elettorale. 

Per cogliere l’aspetto barocco di tutta la situazione non serve guardare al recente passato. Né scomodare le decine di saggi ed esperti convocati più volte per trovare un’intesa sulle riforme costituzionali. Basta consultare gli impegni di Enrico Letta. Ieri mattina il presidente del Consiglio ha discusso il futuro contratto di governo con i ministri Fabrizio Saccomanni ed Enrico Giovannini, poi ha ricevuto i rappresentanti parlamentari di Scelta Civica per ascoltare i loro suggerimenti. Entro venerdì incontrerà le delegazioni di tutte le forze della maggioranza. La prossima settimana darà il via al secondo giro di consultazioni. Tra non più di dieci giorni Letta riunirà per la terza volta i suoi ospiti a Palazzo Chigi, stavolta tutti assieme, per mediare tra le richieste pervenute e sottoscrivere finalmente il patto di coalizione. 

Ovviamente il Quirinale non può essere escluso dagli appuntamenti. E così già poche ore fa il presidente del Consiglio è salito al Colle per incontrare Giorgio Napolitano. Come spiega un comunicato ufficiale, Letta «ha ragguagliato sull’inizio delle consultazioni» il capo dello Stato. Nei prossimi giorni le visite proseguiranno. Il presidente del Consiglio continuerà a tenere informato il Quirinale «sull’evoluzione» dei suoi incontri. Del resto l’esecutivo è chiamato a uno sforzo importante: nei prossimi dieci giorni a Palazzo Chigi si studieranno le riforme istituzionali. Durante queste consultazioni saranno messi in cantiere gli interventi per rilanciare l’economia, combattere la povertà, far crescere l’occupazione. Senza soffermarsi troppo sulla nuova legge elettorale, però. Dell’altra grande urgenza istituzionale se ne dovrà occupare il Parlamento. 

E così il segretario del Pd Matteo Renzi ha avviato un giro di consultazioni parallele per archiviare il Porcellum. Ieri ha ricevuto a Firenze l’ex presidente del Consiglio Mario Monti, a breve incontrerà a Palazzo Vecchio anche gli altri protagonisti della politica italiana. Compreso Silvio Berlusconi. Non è un caso se poco prima della Befana Renzi aveva spedito a tutti i leader una lettera in cui avanzava alcune proposte di legge elettorale, invitando ciascuno a scegliere quella più congeniale al proprio partito. 

Entro venerdì, con un dinamico scambio di ruoli, Renzi interromperà i suoi incontri per essere ricevuto a Roma da Enrico Letta. I nostri politici non si sono mai parlati tanto come in questi giorni. Un confronto frenetico, ma non privo di conseguenze. Ieri mattina il presidente del Consiglio Letta ha dovuto chiamare in Turchia. Le troppe riunioni in agenda lo hanno costretto ad annullare la visita ufficiale ad Istanbul, fissata per il prossimo 17 gennaio. Non c’è tempo per la diplomazia. Nelle prossime due settimane l’esecutivo italiano sarà impegnato a scrivere il programma di governo (nonostante sia in carica ormai da nove mesi). Chissà come l’avrà presa Erdogan.

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