Silvio Berlusconi guarda a Bruxelles. Mentre a Roma il governo Renzi muove i primi passi, il Cavaliere si prepara alla prossima sfida elettorale. Le Europee di maggio saranno un passaggio fondamentale per Forza Italia. Il ritorno alle urne servirà per rilanciare il partito, pesarsi, ma soprattutto confrontarsi con il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano.
E così a Palazzo Grazioli si lavora ormai da qualche tempo alle liste. Affiancato dal fido consigliere politico Giovanni Toti, il Cavaliere sta incontrando dirigenti e coordinatori regionali per selezionare le candidature migliori. La squadra da spedire in Europa dovrà essere solida e leale. Ecco perché accanto ai parlamentari uscenti iniziano ad emergere alcune sorprendenti novità. Al Sud dovrebbe correre Raffaele Fitto, nel Nord Ovest Claudio Scajola, quasi certa la presenza dell’imprenditore Gianpiero Samorì nel Nord Est. Stavolta niente scherzi. I rappresentanti di Forza Italia che andranno a Bruxelles saranno scelti sulla base della fedeltà assoluta al Cavaliere.
Tante le recenti delusioni. Troppi gli europarlamentari che negli ultimi mesi hanno tradito il Cavaliere per passare in altri partiti. A Palazzo Grazioli ha fatto discutere il caso di Alfredo Antoniozzi e Alfredo Pallone. Candidati nella circoscrizione Centro, alle ultime Europee hanno conquistato oltre duecentomila preferenze in due. Ma entrambi sono passati con il Nuovo Centrodestra. Stesso destino per Vito Bonsignore, eletto nel Nord Ovest con oltre 50mila voti. Gabriele Albertini e Mario Mauro? Oggi sono due senatori del gruppo Per l’Italia. Eppure nel 2009 erano stati eletti a Bruxelles con il Popolo della Libertà.
E allora stavolta decide Berlusconi. Salvo colpi di scena, gli uscenti saranno confermati quasi ovunque. Assieme a loro sarà compilata una lista di fedelissimi. La strategia di Berlusconi è semplice: le liste per le Europee dovranno essere bloccate, almeno nei fatti, come quelle per il Parlamento. I sondaggi riservati quantificheranno i seggi sicuri in ogni circoscrizione, in base a quel numero si deciderà quali e quante candidature di peso avanzare. Per il resto le liste saranno completate da seconde linee. Figure meno conosciute. “Scartine”, senza voler offendere nessuno.
Inutile dire che nel partito la scelta di Berlusconi ha già creato qualche preoccupazione. Non tanto per le poche poltrone a disposizione, quanto per il rischio di ripercussioni elettorali. Una sana competizione interna – con candidati impegnati sul territorio in prima persona – potrebbe mobilitare anche l’elettorato più tiepido. Assegnando seggi sicuri a pochi esponenti selezionati, Forza Italia rischia di perdere peso nelle urne. Soprattutto in un momento di forte disaffezione dalla politica.
Intanto le liste prendono forma. Ieri sera è stato ricevuto ad Arcore il coordinatore ligure Sandro Biasotti. Al termine della cena è stata confermata la ricandidatura di Susy De Martini, Licia Ronzulli e Lara Comi. Con loro sembra certa anche la presenza dell’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, uscito senza macchie dall’inchiesta giudiziaria sulla casa al Colosseo. Nel Nord Est avrebbe strappato una candidatura Gianpiero Samorì, imprenditore e fondatore del movimento Moderati in rivoluzione, che da tempo chiede al Cavaliere un posto in Europa.
La sorpresa è al Sud, dove sarebbe pronto a correre Raffaele Fitto. Pasdaran berlusconiano, nelle settimane che hanno preceduto la scissione del Nuovo Centrodestra l’ex ministro per gli Affari regionali si è duramente scontrato con Angelino Alfano. Anche in prospettiva futura, Fitto è tentato dalle Europee. Con una grande prova di forza – quantificata in almeno duecentomila preferenze – potrebbe ottenere un ruolo di primissimo piano nel partito. Una posizione di rilievo spetta ovviamente a Giovanni Toti. Già coinvolto in prima persona nella selezione dei candidati, il giornalista consigliere del Cavaliere sembra ormai pronto a misurarsi con l’elettorato. L’unica incognita riguarda la posizione. Deve decidere se presentarsi capolista ovunque o scegliere una sola circoscrizione.
Tra i dirigenti di Forza Italia il sogno però è un altro. E se il Cavaliere riuscisse a candidarsi in prima persona? Difficile, dopo la condanna nel processo Mediaset e la relativa decadenza da senatore. Eppure nel recente passato Silvio Berlusconi si è detto possibilista sull’ipotesi di una “sospensiva”. Alcune novità potrebbero arrivare ai primi di aprile, quando si aprirà presso il tribunale di sorveglianza di Milano l’udienza sull’affidamento in prova ai servizi sociali.