Beppe Grillo lo aveva battezzato il “politometro”, polemica integrazione al redditometro dell’Agenzia delle Entrate. Un sistema semplice, in apparenza. Utile per verificare eventuali casi di corruzione – almeno secondo l’ex comico genovese – all’interno della classe politica. Il progetto era stato presentato sul suo blog più di un anno fa. «Uno strumento che valuti la differenza tra ricchezza posseduta dai politici e funzionari pubblici dall’atto della loro nomina nell’arco degli ultimi vent’anni». Era una delle grandi proposte elettorali del Movimento Cinque Stelle. Un sistema – la cui fattibilità resta tutta da verificare – per fare i conti in tasca ai dirigenti pubblici e scoprire eventuali patrimoni ingiustificati.
Oggi su quel progetto cala definitivamente il sipario. Quattro parlamentari grillini – tra cui il Questore di Palazzo Madama Laura Bottici – lo hanno trasformato in un emendamento alla delega fiscale. L’Aula di Palazzo Madama lo ha bocciato senza appello. Al voto favorevole dei senatori a Cinque stelle si sono sommate le astensioni di Sinistra Ecologia e Libertà e della Lega Nord. Contrari gli altri gruppi parlamentari.
Nonostante il parere contrario della Commissione Bilancio – ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione – in Aula la senatrice Bottici ha provato invano a perorare la causa del politometro. «Uno strumento per verificare “arricchimenti illeciti ai danni dell’erario da parte di chi ricopre, o abbia ricoperto negli ultimi venti anni, cariche pubbliche elettive o incarichi di rilievo nelle pubbliche amministrazioni, basato su un confronto del patrimonio del soggetto con tutti i redditi” – Così il suo intervento – Se io guadagno 100, non posso poi avere un patrimonio che equivale a 1.000: non è che i soldi crescono come funghi».
Intanto è polemica. Palazzo Madama ha archiviato un importante progetto anticorruzione e una mera boutade mediatica? I grillini tengono il punto. Sul sito del gruppo parlamentare viene pubblicata la lista dei senatori di Partito democratico, Forza Italia, Scelta Civica e Nuovo Centrodestra che hanno bocciato l’emendamento. L’ufficio stampa dirama una nota particolarmente dura contro «la casta del colpo di Stato mascherato». Il responsabile politiche fiscali dei montiani Enrico Zanetti, smonta il caso senza troppi dubbi. Il politometro è «una boiata pazzesca», spiega alla stampa. «Mentre si lavora tutti a un provvedimento importante come il disegno di legge delega fiscale, i senatori del M5S si inventano una boiata pazzesca che per di più nulla c’entra con l’oggetto della delega. E anziché vergognarsi di continuare a buttare tutto in vacca come se fosse un gioco, si indignano perché il loro geniale emendamento viene respinto».