«Non avevamo alcun sentore di un’inchiesta giudiziaria. Sono addolorato per lui, mi dispiace». Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi commenta a caldo l’arresto di Claudio Scajola. E si lascia andare a una conferma importante. Stando alle sue parole, non sarebbero state le voci di una nuova bufera giudiziaria a far saltare la candidatura alle Europee dell’ex ministro dell’Interno. Il passaggio è tutt’altro che irrilevante. L’esclusione dalle liste forziste del politico ligure era finita al centro di un lungo braccio di ferro. Perché Scajola, pure privo di ruoli politici di rilievo, sembra aver sempre conservato un suo peso elettorale. Soprattutto nel suo feudo, Imperia e dintorni. Si parla di una fitta rete relazioni, legami ancora stretti con numerosi esponenti politici locali. In sostanza, di un pacchetto di almeno 30mila preferenze solo in Liguria. Voti ambiti, non solo dentro Forza Italia. Tanto da far giungere a Scajola diverse offerte di un posto in lista anche con altri partiti. Sempre rifiutate dal diretto interessato.
Nel frattempo, in attesa del trasferimento in carcere, l’ex coordinatore di Forza Italia è stato interrogato negli uffici della Dia di Roma. L’accusa è pesante, avvalorata da mesi di indagini, intercettazioni telefoniche e numerose fotografie. Scajola avrebbe aiutato nella latitanza l’imprenditore Amedeo Matacena, già parlamentare, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Un quadro indiziario grave, come spiega in una conferenza stampa il procuratore di Reggio Calabria Cafiero De Raho. «Colpisce tutti come una persona che ha ricoperto nel nostro Paese ruoli di responsabilità possa occuparsi di una persona condannata che si è rifugiata all’estero per sfuggire alla pena. Quasi che essere condannato per associazione mafiosa non significasse nulla per chi gli stava accanto».
Una nuova bufera giudiziaria che rischia di avere serie ripercussioni sulla campagna elettorale. Uscito indenne dalla lunga vicenda sull’appartamento al Colosseo – che ne aveva precluso la presenza in lista alle ultime Politiche – da qualche mese Scajola era tornato in pista. La sua candidatura alle Europee è stata in bilico fino all’ultimo. Ma alla fine l’ex coordinatore di Forza Italia è stato sacrificato per il timore di una nuova polemica sugli “impresentabili”. Motivando la sua esclusione, proprio Berlusconi aveva tirato in ballo il rischio di una campagna giornalistica destinata a gettare discredito sull’intero partito.
«A seguito di un sondaggio – ha chiarito stamattina il leader di Forza Italia – avevamo capito che la sua candidatura ci avrebbe fatto perdere punti». Le indiscrezioni si inseguono, come gli interrogativi. Secondo alcune voci di corridoio l’esclusione di Scajola avrebbe avuto motivazioni ben più paradossali. Il politico ligure sarebbe stato scartato perché potenzialmente in grado di raccogliere un numero di preferenze troppo elevato. Tale da mettere in ombra il capolista nella circoscrizione Nord Ovest Giovanni Toti, consigliere politico di Berlusconi.
Difficile trovare conferme. Di certo nelle ultime settimane il peso elettorale di Claudio Scajola è stato al centro di diversi retroscena. Voti ambiti da più parti. Tanto da far arrivare all’ex coordinatore – così ha raccontato – diverse proposte di candidatura in liste concorrenti. In realtà all’interno della stessa Forza Italia sono stati in molti a difendere la sua posizione. A partire dai vertici liguri. In un recente incontro pubblico si è schierato ufficialmente al suo fianco persino il coordinatore regionale Sandro Biasotti: «Toti è persona di gran livello – le sue parole – un rullo compressore, ma la Liguria ha bisogno di un ligure come Claudio Scajola, in grado di dare voce a questo territorio».
Nel lungo braccio di ferro, si sarebbero inseriti anche altri partiti. Qualcuno ha raccontato – ipotesi mai smentita da Scajola – di una candidatura per le Europee offerta dall’Udc. Voci tutte da confermare, certo. Come le indiscrezioni sul pressing di alcuni esponenti di Fratelli d’Italia per avere l’ex ministro nelle proprie liste. Il diretto interessato avrebbe sempre rifiutato. Proprio in questi giorni Scajola era pronto a elaborare una strategia elettorale con i suoi fedelissimi. Una piccola squadra di consiglieri regionali e comunali ancora legati alla sua figura. Diversi gli scenari in campo. Nella migliore delle ipotesi, l’ex coordinatore era pronto a lanciare un messaggio al partito, magari convogliando i suoi voti su un esponente forzista di seconda fascia. Nella peggiore, a spostare il suo pacchetto di preferenze – decisivo per conquistare un seggio a Bruxelles – su questo o quel candidato concorrente. In Lombardia qualche politico del Nuovo centrodestra ci ha sperato fino all’ultimo. L’inchiesta giudiziaria di queste ore chiude definitivamente la partita.