Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.
Ma è civiltà insistere, come negli Usa, con la pena di morte?
Sul no alla pena di morte sono persuaso che la maggioranza della gente sia d’accordo. Ciò non dovrebbe però indurre ad astenersi dall’interrogarsi sulle ragioni che spingono talune civiltà avanzate (ad esempio gli Stati Uniti) a considerare la pena capitale una misura valida ed efficace. Una volta scartata l’ipotesi che sia il senso di inumanità a dettare la scelta, rimane quella del deterrente e della lezione da dare a chi si macchia dei delitti più efferati. Ma se le statistiche poi sconfessano detta tesi, a che pro certe nazioni perpetuano il diritto di uccidere i colpevoli anche con sofferenze (queste sì) inumane? La ragion di Stato è ancora così forte da additare la morte a soddisfazione della pretesa punitiva e a strumento di contrasto al crimine violento?
Alessandro Prandi, email inviata al Corriere della Sera, 21 maggio
Quelle facce da galera di Gomorra proprio di fronte all’Altare della Patria
Di fronte all’Altare della Patria, in piazza Venezia a Roma, giganteggia un cartellone di propaganda per «Gomorra». Non si poteva scegliere un posto meno solenne per esporre le facce volutamente da galera dei protagonisti, risparmiando al Milite Ignoto l’umiliante vista di quel che rimane della sua gloria dimenticata?
Corrado Rubeo, email inviata al Corriere della Sera, 21 maggio
Colpa nostra se i politici sono arroganti
Gentile Augias, giorni fa lei si è occupato dell’ex ministro Scajola chiedendosi quale fosse la causa della sua evidente arroganza. Ha ipotizzato vari motivi ma, dico la verità, la sua conclusione non mi ha soddisfatto; alla domanda: perché un dirigente politico si comporta in modo così arrogante? c’è una sola risposta: perché siamo “Noi” che glielo permettiamo. Questo avviene per diversi motivi, per ignoranza, interesse, ma principalmente per sfiducia in noi stessi. A tutti i livelli le persone perbene dovrebbero impedire il malcostume. Non sono convinto che siano in minoranza, al contrario le persone perbene in questo Paese sono certamente la maggioranza, solo che non conoscono ancora la loro forza. Non pensi che il mio è un discorso da grillino incattivito. È il contrario, nel mio ambito le assicuro che mi batto anche per non farci portare via questi pensieri da gente che ha evidenti problemi digestivi. Ultimo pensiero: via dal Parlamento i condannati, certo, ma via anche dalle piazze a predicare.
Lastene Bevoni, e-mail inviata a la Repubblica, 21 maggio
Come conciliare le grandi battaglie civili con la religione dei migranti?
Da alcuni anni sto ponendo un interrogativo che cade inesorabilmente nel vuoto e al quale nessuno mai risponde né alcun quotidiano concede a esso la pur minima considerazione. La domanda è la seguente: come si possono conciliare le grandi battaglie civili per i diritti dei gay e per la promozione della condizione femminile con la visione che delle due medesime questioni ha la fede islamica alla quale appartiene la quasi totalità dei migranti che in numero sempre più massiccio approdano nel nostro Paese? Eppure non mi sembra di porre una domanda politicamente scorretta al punto di venire sistematicamente cassata.
Danilo Bonelli, Scandicci (Fi), lettera inviata a Il Giornale, 21 maggio