Il centrodestra e quella sindrome del figliol prodigo

Il centrodestra e quella sindrome del figliol prodigo

Si muovono, un veto dopo l’altro. Paletti su paletti, ognuno dettando le sue condizioni. Intanto però si muovono, tutti nella stessa direzione. Resta difficile immaginare la nascita in tempi brevi di una nuova alleanza di centrodestra. Una versione rivista e aggiornata della Casa delle libertà. Eppure a pochi giorni dal trionfo elettorale di Matteo Renzi, mentre in Forza Italia infuria lo scontro sulle primarie, i protagonisti degli ultimi governi berlusconiani continuano a lanciarsi messaggi. Il gioco di incastri è curioso. Oggi il leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano apre all’ex Cavaliere. Pochi giorni fa Forza Italia e Lega Nord hanno avviato un percorso comune. A breve la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni vedrà il segretario del Carroccio Matteo Salvini per confrontare idee e progetti comuni.

Forse è solo strategia. Ma è anche il primo risultato politico delle recenti Europee. La vittoria elettorale di Matteo Renzi spinge il centrodestra a mettere in discussione le scelte degli ultimi mesi. Un Partito democratico al 40 per cento fa paura, anche perché trova gli ex alleati schierati in ordine sparso. Un fronte disomogeneo al limite della logica. Forza Italia è all’opposizione, il Nuovo Centrodestra al governo. E se in Europa entrambi coabitano nel Partito Popolare, a Bruxelles la Lega Nord ha appena dato vita a un’alleanza con il Front National di Marine Le Pen. Difficile immaginare posizioni più antitetiche. 

Eppure gli insulti della recente campagna elettorale sono stati archiviati. Messe da parte sfide e provocazioni, adesso si comincia a ragionare su un progetto comune. Senza fretta, trionfano i buoni propositi. Quasi che il centrodestra sia in preda a una sindrome del figliol prodigo. L’ultimo a tornare sui suoi passi è stato Angelino Alfano, l’ex delfino di Silvio Berlusconi, che in una recente intervista alla Stampa ha inaspettatamente aperto a Forza Italia. Certo, il leader del Nuovo Centrodestra critica gli «accordi con la variante italiana del lepenismo». Eppure ammette che l’obiettivo è costruire un grande fronte alternativo al Partito democratico. «Bisogna rimettere in gioco tutti. Compresi quanti, dentro Scelta Civica, non desiderano aderire al Pd. Comprese le aree, dall’Udc ai Popolari per l’Italia, con cui abbiamo condiviso la campagna europea». Apertura sincera o solo strategia politica? Secondo qualcuno il ministro dell’Interno avrebbe deciso di tendere la mano a Forza Italia per giocare d’anticipo e mettere al riparo la sua leadership dalle critiche interne dopo il risultato delle urne. Ma anche per stanare gli esponenti forzisti preoccupati dai rischi di una deriva leghista e populista del partito di Berlusconi.

La scelta di Alfano arriva due giorni dopo un altro grande tentativo di dialogo. Quello tra Forza Italia e la Lega Nord. Giovedì scorso il segretario Matteo Salvini ha incontrato i giornalisti a Montecitorio, assieme al consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, e i due capigruppo forzisti Renato Brunetta e Paolo Romani. Una conferenza stampa per presentare i sei quesiti referendari su cui la Lega sta raccogliendo le firme da qualche mese. E per avviare un percorso politico comune tra i due vecchi alleati (che continuano a governare assieme diverse amministrazioni locali). Non a caso i due referendum sostenuti anche da Forza Italia – per l’introduzione del reato di immigrazione clandestina e l’abolizione della legge Fornero – evocano altrettante riforme proprie degli ultimi governi Berlusconi. Quasi un nostalgico revival. 

È presto per celebrare il nuovo progetto politico. Il percorso di avvicinamento – vero o presunto – rimane funestato da tante incertezze. Ad esempio ha fatto discutere l’assenza di Silvio Berlusconi all’incontro romano con i rappresentanti del Carroccio. A sconsigliare l’opportunità di un impegno in prima persona sarebbe stata la recente alleanza di Salvini con Marine Le Pen. In Forza Italia del resto non tutti sono pienamente convinti dall’idea di tornare al passato. Complice il risultato negativo delle urne, nel partito l’atmosfera resta agitata. Stavolta, come se fosse una novità, ad accendere gli animi è l’ipotesi primarie interne. Già al centro di una lunga discussione durante l’ultimo ufficio di presidenza, il confronto ha finito per monopolizzare le cronache politiche delle ultime ore. A Berlusconi, che ha chiesto di sospendere «uno sterile dibattito a mezzo stampa sulle primarie», risponde Raffaele Fitto. Appena eletto all’Europarlamento, forte di quasi 300mila preferenze, l’ex governatore pugliese difende «il libero dibattito di idee» all’interno di Forza Italia. Puntando il dito, semmai, contro «la piccola dose quotidiana di falsità e veleni che alcuni mettono in circolo da troppo tempo».

La soluzione proposta è curiosa. Fitto chiede di «trasmettere in diretta audiovideo» il prossimo ufficio di presidenza. «Sono sicuro che sarà una discussione ricca, positiva e costruttiva». Uno streaming in versione grillina, insomma. Chissà che ne pensa Silvio Berlusconi. 

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